Il taglia e cuci del centrosinistra

I dolori della sinistra, che arrivano puntuali. Lo chiamano “confronto costruttivo”, ma ogni riunione regionale del Partito Democratico diventa un tavolo di dibattito tra vecchi e nuovi rancori, tra scontri di correnti. Stavolta c’è da sanare la frattura con la sinistra radicale, con quella parte di area politica che non ha mai visto di buon grado […]

I dolori della sinistra, che arrivano puntuali. Lo chiamano “confronto costruttivo”, ma ogni riunione regionale del Partito Democratico diventa un tavolo di dibattito tra vecchi e nuovi rancori, tra scontri di correnti. Stavolta c’è da sanare la frattura con la sinistra radicale, con quella parte di area politica che non ha mai visto di buon grado il cambio di leadership e i patti di governo che in questi anni hanno contraddistinto il governo nazionale. Poi c’è la questione della “discontinuità” dal “fallimentare governo Crocetta”, lo stesso che, tra alti e bassi sta portando a termine i cinque anni di mandato con tanti rimpasti, ma con nessuna interruzione.
C’è da scegliere un candidato unitario. O meglio. C’è da convergere sul candidato unitario che si chiama Fabrizio Micari, lo sconosciuto rettore dell’Università di Palermo, che si è presentato oggi alla stampa e che in poche parole ha mandato all’angolo la politica tradizionale, almeno nell’etichetta: “Confermo la mia disponibilità a candidarmi alla carica di presidente della Regione siciliana, chiaramente come candidato civico nell’ambito di un campo largo e di una coalizione di centrosinistra”.
Un centrosinistra che ha una colpa imperdonabile, quella di non essere riuscito a tirare fuori un nome di un professionista della politica, riconosciuto da ampia parte dell’opinione pubblica come un buon amministratore, capace di presentarsi all’elettorato come il candidato di tutta l’area dopo cinque anni di governo della Siiclia.
Oggi Mdp e Sinistra Italiana, con tanti movimenti territoriali vicini, vorrebbero puntare su Claudio Fava “dopo lo svilimento evidente del concetto stesso di ‘campo largo’, che è passato dalla centralità del sindaco di Palermo Leoluca Orlando a quella del patto di ferro tra il Pd di Renzi e Alternativa Popolare di Alfano, stipulato a Roma”. Il Pci, per voce del segretario regionale Antonio Bertuccelli, ribadisce il proprio sostegno a Ottavio Navarra.
Pontieri al lavoro per ricucire. Il Pd accusa gli alleati di voler danneggiare il partito nazionale e Renzi in vista delle politiche. Da qui la chiusura del segretario regionale dei Dem Fausto Raciti. “Fava? Non c’è ragione per cui debba sentirlo. Fava se si candida, si candida come espressione di forze politiche che scelgono un percorso alternativo – spiega – Noi saremo disponibili all’unità anche ai tempi supplementari. Provo un grande rammarico per la scelta di Mdp-Si per la scelta che stanno assumendo di rompere il centrosinistra”.
Il nome di Fabrizio Micari piace all’area Orlando (“una risorsa per governare in modo serio, dando risposte ai problemi ed evitando il rischio che prevalgano i populismi”) a D’Alia, a Casini e ai Centristi per l’Europa (“Ci sono le condizioni per aprire un confronto sulle cose importanti da fare per la Sicilia”) e in teoria anche agli alfaniani. Ma fino ad oggi Ap non ha sciolto la riserva sulla modalità di sostengo al candidato.
Dovrebbe rientrare anche la fuga in avanti del presidente Crocetta, che più volte ha espresso la volontà di candidarsi per un secondo mandato o in alternativa il ricorso alle primarie. “Sto lavorando per creare le condizioni per tenere anche Crocetta, perché dia una mano, non per espellere nessuno” confessa Raciti. La soluzione unitaria, estemporanea e fantasiosa la serve il deputato Panepinto: “Un ticket Micari-Crocetta, vedrei benissimo un Claudio Fava o una Mariella Maggio come assessori”.
Twitter: @LucaCiliberti
Luca Ciliberti

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