CATANIA – Poco più di cinquecento cittadini. Una mobilitazione spontanea, nata dal moto di indignazione e dalla sensazione di mancanza di sicurezza, dopo la vile aggressione all’ispettore della polizia municipale di Catania Luigi Licari, colpito sabato scorso da un 22enne perché il vigile gli aveva vietato l’ingresso in scooter in una zona pedonalizzata e vietata al traffico.
La via del Rotolo, sede dei cosiddetti “carrozzoni” o “camion dei panini” e meta privilegiata del fine settimana per gli appassionati dei sandwich con wurstel e patatine, appare vuota e spoglia. Irreale. Non ci sono gli ambulanti e non ci sono i clienti, i due elementi che trasformano quei duecento metri di strada catanese con vista sul lungomare in un suk a cielo aperto, grazie anche alle bancarelle e ai tavolini estemporanei che compaiono la sera. I camion sono posteggiati altrove, pronti per riposizionarsi e per lavorare in un sabato che promette affari d’oro in concomitanza con la festa di Ognina. Ma prima bisogna dare spazio alla marcia per la legalità, parola che normalmente, da quelle parti, si conosce poco.
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A fianco dei familiari del povero vigile Licari, ancora ricoverato nel reparto Rianimazione dell’ospedale Cannizzaro in coma farmacologico, c’è il sindaco Enzo Bianco con la fascia tricolore, il prefetto Silvana Riccio, l’arcivescovo metropolita Salvatore Gristina, la presidente del consiglio comunale Francesca Raciti e Nino Vullo, il consigliere che si è fatto promotore dell’iniziativa raccogliendo le sollecitazioni provenienti dai social. Con loro molti consiglieri comunali di maggioranza e opposizione. Gli unici che non sono riusciti a mettere da parte i vessilli sono quelli di Fratelli d’Italia, che pur di non sfilare con l’amministrazione, hanno preferito disertare la solidarietà nonostante fossero stati proprio loro a lanciare tra i primi l’iniziativa.
Al corteo ci sono anche i ragazzi e le ragazze del comitato spontaneo “Essere civili è normale” che, a causa della pioggia di venerdì, hanno scelto di posticipare di un giorno il loro corteo. Tutti insieme, in silenzio, hanno sfilato per dare solidarietà a Licari e in generale a tutte le forze dell’ordine impegnate per garantire la sicurezza dei cittadini. Eppure l’ennesimo caso di violenza gratuita lascia nei catanesi un senso di amarezza e di impotenza perché sommato alle aggressioni dei medici dei Pronto soccorso cittadini, agli agguati agli autisti dell’Amt e alla microcriminalità spicciola che non risparmia furti, scippi e borseggi.
Adesso si attende di conoscere il nome e il volto dell’aggressore, fermato e accusato di tentato omicidio dopo aver militarizzato per giorni il rione Picanello. Si sa solo che è un 22enne incensurato e che ha agito con premeditazione e probabilmente con l’aiuto di alcuni complici, forse anche delle donne. Nel carcere di Catania sono stati eseguiti gli l’interrogatori di garanzia del gip Daniela Monaco Crea
Il giovane, difeso dagli avvocati Ignazio Danzuso e Giorgio Antoci, ha confermato quanto dichiarato in sede di interrogatori, ammettendo di avere colpito “con una manata” l’ispettore al culmine di una lite e di non essersi accorto della gravità del suo gesto, di cui si dice pentito. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro, con deleghe all’aggiunto Ignazio Fonzo e al sostituto Santo Distefano. La decisione del Gip è attesa entro il prossimo lunedì.
Catania marcia per la legalità
Luca Ciliberti. Al Rotolo, nel quartiere Picanello, la mobilitazione di cittadini e istituzioni dopo la vile aggressione all'ispettore Licari. Il 22enne fermato, nell'interrogatorio di garanzia, ammette: "Sono stato io, ma sono pentito" GUARDA IL VIDEO ALL'INTERNO