PALERMO – Ha negato di avere ricevuto del denaro, precisando di essere stato pagato con regolare assegno dal rappresentante legale della Senesi Spa Rodolfo Briganti per avere svolto il ruolo di ufficio stampa della società che nel comune di Aci Catena ha gestito la raccolta dei rifiuti, il giornalista Salvo Cutuli, tra le 16 persone, tra boss, mafiosi, imprenditori e funzionari comunali, arrestate ieri nell’ambito di una inchiesta sulla raccolta dei rifiuti dei Comuni di Aci Catena, Misterbianco e Trecastagni.
Cutuli, accusato di corruzione perché, secondo la Procura, avrebbe fatto da intermediario tra un allora sindaco e Briganti, rispondendo per un’ora alle domande del gip Anna Maria Cristaldi, ha anche smentito di aver avuto rapporti di frequentazione con il rappresentante legale della Senesi Spa ed i suoi familiari, spiegando di essere stato ospite di Briganti nelle Marche per pianificare una adeguata campagna di comunicazione per la società ed aggiungendo di aver conosciuto i familiari dell’imprenditore solamente in quella occasione.
Cutuli ha anche spiegato di avere, nel suo ruolo di addetto stampa, sollecitato al Comune di Aci Catena l’annullamento delle sanzioni che erano state elevate alla Senesi per la sottoscrizione del contratto definitivo allo scopo di evitare disfunzioni alla ditta, che era impegnata nella raccolta dei rifiuti. Il legale di Cutuli, l’avvocato Dario Fina, ha chiesto per il suo assistito la modifica della misura cautelare con una posizione più attenuata. Il Pm Tiziana Laudani si e’ riservata di esprimere il suo parere al termine di tutti gli interrogatori.
Il giornalista, cronista dell’emittente tv Rei Canale 103 e collaboratore de La Sicilia, è stato sospeso dall’Ordine dei giornalisti con effetto immediato, perché “ove sia emesso ordine o mandato di cattura, gli effetti dell’iscrizione sono sospesi di diritto fino alla revoca del mandato o dell’ordine”.
Rifiuti e mafia, sospeso il giornalista
Catania: l'Ordine ferma Alfio Cutuli, arrestato insieme con 15 persone nell'operazione Gorgone. Nega di aver ricevuto denaro