AGRIGENTO – I carabinieri hanno eseguito un’operazione antidroga che coinvolge tre province siciliane: Agrigento, Catania e Messina. Nove persone sono state raggiunte da misure cautelari per detenzione di droga: quattro sono agli arresti domiciliari, quattro hanno il divieto di dimora e una ha l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria in esecuzione del provvedimento firmato dal Gip del tribunale di Agrigento e richiesto dal sostituto procuratore, titolare del fascicolo di inchiesta, Simona Faga.
L’inchiesta denominata “Home Made” ha scoperto che la marijuana coltivata nelle campagne di Licata veniva rivenduta a Messina e Catania. Nel corso delle indagini è stato accertato che la banda era riuscito a smerciare nella piazza etnea circa 7 Kg di marijuana. In contrada Giacobbe a Licata è stata trovata una serra estesa per circa 3.000 mq con 2.800 piante di marijuana. Il blitz è stato attuato da circa cinquanta carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, coadiuvati nelle attività da unità cinofile dell’Arma.
I NOMI. Si tratta di Marco Cavaleri, 32 anni, di Licata; Agostino Curella, 35 anni, di Licata; Angelo Manganello, 42 anni, originario di Palma di Montechiaro e il sottoufficiale della Guardia costiera, originario di Messina ma residente a Licata, Marco Ucciardello di 34 anni. Il divieto di dimora è stato firmato dal Gip, invece, per altri quattro indagati: due italiani, un marocchino e un egiziano regolarmente residenti sempre a Licata. L’obbligo di presentazione alla Pg è stato invece firmato per una licatese trentenne. La marijuana veniva – secondo la ricostruzione dei carabinieri e della Procura – smerciata a Licata. Ma grazie all’ottima qualità e alle conoscenze o amicizie venivano rifornite anche le piazze della movida di Catania e Messina dove la droga giungeva in macchina. Pusher catanesi o messinesi però non ne sono stati identificati durante l’inchiesta che è durata oltre un anno e mezzo.
Marijuana nelle campagne di Licata
Operazione "Home made" dei carabinieri. La droga venduta tra Catania, Agrigento e Messina: nove arresti. I NOMI