ROMA – Mai più canone, tasse universitarie, Jobs Act e così via, fino a centinaia di leggi. La campagna elettorale 2018 si è aperta a suon di promesse sull’abolizione di imposte e provvedimenti inseriti dai precedenti governi. E gli annunci dei partiti, che si rincorrono quotidianamente, hanno scatenato l’insofferenza sul web.
Che come sempre risponde con ironia: l’hashtag #aboliamoqualcosa su Twitter è diventato trend topic in poche ore. In una sorta di fai-da-te della cancellazione di ciò che è più sgradito, ognuno sogna scherzosamente di eliminare le abitudini, i comportamenti e gli obblighi più sgraditi degli Italiani.
Ad aprire la “gara” era stato per primo il Partito Democratico, che alcuni giorni fa ha proposto l’abolizione del canone Rai nella prossima legislatura. Un annuncio che il neopartito ‘Liberi e Uguali’, guidato da Pietro Grasso, aveva criticato rilanciando a sua volta l’abolizione delle tasse universitarie. Matteo Salvini, uno dei leader della coalizione di centrodestra, si è scagliato invece contro l’obbligo dei vaccini e la legge Fornero, proponendone la cancellazione.
Un rincorsa frenata da alcuni dietrofront: Silvio Berlusconi, il quale a sua volta si è detto d’accordo sull’eliminazione di alcune parti della legge Fornero, ha prima annunciato l’eliminazione del Jobs Act salvo poi ricredersi. Stop anche dal Movimento Cinque Stelle: Luigi Di Maio ha ufficializzato in tv il suo ripensamento sull’uscita dall’euro, uno dei cavalli di battaglia dei pentastellati, per poi rilanciare con una pioggia di abolizioni: ben 400 leggi da cassare e persino un sito www.leggidaabolire.it nel quale ci si prepara ad un lungo elenco di leggi a cui dare battaglia.
Tutti argomenti serviti sul piatto d’argento al banchetto casereccio dei social. La maratona parallela delle abolizioni partita dietro l’hashtag #aboliamoqualcosa è diventata trend topic su Twitter: una scure che si abbatte ironicamente sul “mignolo aperto quando si sorseggia il caffé”, “gli zeri dell’Iban”, “il congiuntivo sbagliato”, “i semi nelle angurie”, “il lunedì” e così via sviscerando tutti i fastidi, i piccoli vizi o gli odiosi refrain che generano l’orticaria nel quotidiano. Insomma, ci si accontenta di poco.
#abolisciqualcosa, Twitter si scatena
Via vaccini, leggi e tasse: l'ironia del web sulle promesse elettorali