CALTANISSETTA – La Dia di Caltanissetta sta confiscando, su disposizione del locale Tribunale, beni ritenuti riconducibili all’imprenditore Filippo Sciascia, di 71 anni, di Gela, vicino a Cosa nostra del boss Daniele Emmanuello, che, secondo l’accusa, “lo riteneva capace di infiltrarsi negli affari orbitanti intorno al petrolchimico di Gela, tanto da costituire società ad hoc solo formalmente intestate a terzi”.
Un secondo provvedimento di confisca, eseguito dalla Dia di Caltanissetta, riguarda Giuseppe Castiglione, 72enne di Vallelunga Pratameno, che diversi collaboratori indicano “come coinvolto in alcuni omicidi avvenuti nei primi anni Ottanta” e come “collettore di attività estorsive per conto della famiglia mafiosa di Cosa nostra riconducibile allo storico boss Giuseppe ‘Piddu’ Madonia”. Il provvedimento eseguito dispone la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con l’obbligo di soggiorno per tre anni.
A Sciascia sono state confiscate quote e compendi aziendali di tre società di Gela; a Castiglione, invece, due imprese individuali con oggetto servizi di pompe funebri, un fabbricato e 23 tra rapporti bancari e postali. Il valore complessivo dei beni è stimato dalla Dia in circa 3 milioni di euro.
Caltanissetta, confisca da tre milioni
Provvedimento della Dia nei confronti di due indagati vicini a Cosa nostra