CATANIA – Il sindaco Enzo Bianco si presenta all’inizio dell’anno al quotidiano La Sicilia e Catania bene comune non ci sta: “Una scelta inopportuna e gravissima. Uno schiaffo alla città, alla magistratura, alla lotta alla mafia”.
Secondo l’associazione “il Comune annunciando la sua costituzione come parte civile contro Ciancio, ha scelto di diventare parte attiva nel processo penale e di vantare addirittura una ‘pretesa risarcitoria’ per i danni patiti dalla città a causa della condotta dell’editore, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. È inaccettabile che il massimo rappresentante della stessa istituzione che ha deciso di agire contro Ciancio, in veste istituzionale, si presti a far visita presso il suo studio, a discutere con lui del futuro della città, a intrattenersi con lui amichevolmente scambiando auguri di ‘un 2018 ricco di soddisfazioni’, ad appena tre mesi dall’inizio del processo”.
Cbc ricostruisce la vicenda: “Esattamente due anni fa il sindaco, convocato in Commissione parlamentare antimafia per lo scandalo della telefonata a Mario Ciancio sul Pua e alle infiltrazioni mafiose nel Comune di Catania, dichiarava di avere telefonato all’imprenditore per commentare l’approvazione in Consiglio comunale del progetto di trasformazione in aree edificabili di decine di ettari alla Plaia, non sapendo dell’indagine per mafia a carico di Ciancio. ‘Non lo sapevo che era indagato’, disse al cospetto del Parlamento”.
“Nel frattempo Mario Ciancio l’1 giugno di quest’anno è stato rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa. Il 20 marzo 2018 si terrà la prima udienza del processo. Sono a oggi costituite parti civili l’Ordine dei giornalisti e la famiglia di Beppe Montana, poliziotto ucciso dalla mafia. Il Comune di Catania, per bocca del sindaco, ha annunciato che ‘il Comune di Catania si costituirà parte civile nel processo a carico dell’imprenditore’”.
“Di tutto questo – prosegue Catania bene comune – stavolta Bianco è a conoscenza. Nonostante ciò il sindaco ha reputato opportuno andare a fare visita a Ciancio, nel suo studio privato, per rilasciare un’intervista sull’operato dell’amministrazione comunale, sul Piano regolatore della città, sui progetti futuri. Il sindaco era accompagnato dal presidente del comitato dei festeggiamenti per la festa di Sant’Agata, nonché suo consulente e vicesegretario regionale del Partito democratico, Francesco Marano”.
Per l’associazione “un sindaco è certamente tenuto a rilasciare un’intervista a un giornale e ci sono molti modi per farlo. Far visita a un direttore e imprenditore sotto processo per mafia nel suo studio privato è certamente il più inopportuno. Dalla stanza dell’imprenditore Bianco ha annunciato ufficialmente di volersi ricandidare. Un’immagine inquietante, triste, grave per un territorio dominato dalla mafia e da un’imprenditoria che, con logica predatoria, ha spesso utilizzato i rapporti con la politica per saccheggiare le risorse pubbliche. Il peggior modo possibile di aprire la campagna elettorale. Fortunatamente a Catania tante associazioni e movimenti da anni si battono per liberare finalmente la città dalla mafia. Anche per questo saremo in piazza il 5 gennaio in memoria di Pippo Fava”.