CATANIA – “Che ospedale sarà il San Marco? Sarà un fiore all’occhiello della sanità regionale o l’ennesima incompiuta siciliana?”. Il sindacato Ugl esprime tutti i suoi dubbi sulla nuova struttura catanese di Librino.
“Le preoccupazioni sono tante. Potrebbe trattarsi di un’occasione di riscatto sociale di una intera zona di Catania che conta circa 80 mila abitanti. Praticamente una città. Siamo stati i sostenitori della necessità di dare al San Marco una dotazione organica in deroga a quella del Policlinico, così come abbiamo più volte ribadito la necessità che, per non lasciare un periodo di vacatio assistenziale, fosse più che necessario che il valzer dei pronto soccorso, ovvero il potenziamento del Garibaldi e l’apertura nel nuovo nosocomio di Librino e nel Policlinico, avvenisse contestualmente e non successivamente alla chiusura di quello oggi ancora attivo dell’ospedale Vittorio Emanuele. E siamo lieti di apprendere dalle parole del nuovo assessore regionale della salute che così avverrà”.
Tuttavia, dichiarano i segretari provinciali di Ugl sanità e medici Carmelo Urzì e Aurelio Guglielmino, “non possiamo non tenere conto delle perplessità delle associazioni che operano nel sociale nel contesto cittadino, che segnalano ritardi nei tempi di consegna e soprattutto il rischio di depotenziamento: pericolo che, peraltro, si palesa con il nuovo blocco delle assunzioni e delle dichiarazioni che parlano solo di area dell’emergenza. Ed allora quali saranno le prospettive del San Marco?”.
“E se il San Marco fosse un flop?”
Catania. I dubbi del sindacato Ugl sul nuovo ospedale di Librino: "Temiamo diventi l'ennesima incompiuta siciliana"