Il centro di gravità permanente. Non quello che cantava il maestro Franco Battiato negli anni ’80, ma il centro permanente della politica, quello ondivago, della scelta di campo in base alle necessità e all’aria che tira.
Si rivedono gli alfaniani siciliani, quel gruppo di dissidenti che lasciò Berlusconi conviti che il Cavaliere fosse al declino. Coloro che vedevano in Angelino il nuovo leader e nel Nuovo Centrodestra l’alternativa a Forza Italia. E’ bastato poco per capire che il movimento di Alfano avesse poca vita, la svolta a sinistra in totale contraddizione con il nome scelto lasciava subito intuire qualche discrepanza di contenuti. Il tempo è galantuomo. Alfano ha scelto di uscire di scena e sui seguaci sono rimasti a brancolare nel buio.
Ma la politica, si sà, offre sempre una via d’uscita. In Sicilia da mesi è partita la corsa al salto sull’ipotetico carro del vincitore. L’ala catanese, composta da Giuseppe Castiglione, Pino Firrarello e Giovanni La Via, non ha mai dimenticato le origini. Gliele ricordava, voto dopo voto, il proprio elettorato a cui è sempre venuto difficile votare per il Pd e per centrosinistra.
In queste ore l’eurodeputato Giovanni La Via ha ufficializzato il proprio ritorno nel centrodestra, con perfetto tempismo. A poco meno di due anni dal voto per le Europee e con le amministrative di primavera alle porte.
Stesso percorso per Firrarello e Castiglione che, fermi un turno alle politiche, potranno tirare nuovamente i dadi per correre con l’ambizione di essere ancora una volta ago della bilancia, prima nella complicata partita per la scelta del candidato sindaco alle comunali a Catania e poi con l’ipotesi di tornare al voto se Musumeci ripristinerà le elezioni provinciali.
Twitter: @LucaCiliberti
Luca Ciliberti
Il solito centro di gravità permanente
Luca Ciliberti. L'analisi. L'ala catanese degli alfaniani siciliani torna nel centrodestra: fermi un turno per le politiche, l'obiettivo è quello di provare a essere ago della bilancia dei moderati