ROMA – Potrebbe scappare e le patologie di cui è affetto non sono in stato avanzato. Queste, secondo quanto si apprende, le motivazioni con cui il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha detto no alla richiesta di scarcerazione avanzata dai difensori dell’ex parlamentare Marcello Dell’Utri.
Per i magistrati l’ex esponente di Forza Italia, attualmente detenuto nel centro clinico del carcere romano di Rebibbia, è in grado di deambulare e potrebbe fuggire anche perché non può essere sottoposto alle terapie necessarie con il braccialetto elettronico.
Dell’Utri è affetto da cardiopatia e diabete e nel luglio scorso gli è stato diagnosticato un carcinoma alla prostata. Per i giudici l’ex parlamentare può essere curato presso i reparti di Servizi assistenza intensificata (Sai) che sono previsti nelle strutture carcerarie.
Nelle motivazioni viene citata anche la richiesta di condanna a 12 anni di reclusione avanzata dalla Procura di Palermo nel processo sulla cosiddetta trattativa “Stato-Mafia” in cui Dell’Utri è imputato per minaccia e violenza a corpo politico dello Stato
Nel corso di una udienza straordinaria, svolta il 2 febbraio scorso, i difensori dell’ex parlamentare, gli avvocati Alessandro De Federicis e Simona Filippi hanno spiegato che anche “il garante dei detenuti sostiene che sia il carcere che le strutture protette sono inadeguate per le cure di cui ha bisogno Dell’Utri”.
I penalisti chiedevano, quindi, gli arresti domiciliari ospedalieri presso l’istituto Humanitas di Milano. Già il 5 dicembre scorso i giudici di piazzale Clodio avevano detto no alla scarcerazione.
Dell’Utri non esce: “Potrebbe scappare”
Respinta la richiesta di scarcerazione per motivi di salute