CATANIA – Al bancone di un supermercato a Pachino è in vendita per 1 euro e 39 centesimi al kg il pomodoro datterino, categoria II, provenienza Camerun. La città è conosciuta in tutto il mondo per le qualità organolettiche del suo pomodoro. E mentre i produttori soffrono la crisi al ribasso del prodotto, che viene venduto a 40/50 centesimi al chilo dal produttore al magazzino, l’opinione pubblica s’indigna e chiede una risposta forte delle istituzioni.
Il caso è sto sollevato nell’aula del Parlamento europeo dall’eurodeputato del M5s in un intervento al Parlamento europeo di Strasburgo ha dimostrato che chi ha firmato gli accordi sono stati Forza Italia e Lega:”Prendo la parola al Parlamento europeo per denunciare le conseguenze nefaste e negative degli accordi di partnenariato economico e dei Trattato di libero scambio. Questa volta con il Camerun. La settimana scorsa mi trova in Sicilia e a Pachino, nella terra che ha dato il nome al famoso pomodoro datterino, ho scoperto che ci sono supermercati che vendono i pomodori proveniente dal Camerun, eppure i produttori locali non riescono a stare sul mercato e a vendere i loro prodotti – denuncia Corrao – Questa globalizzazione a tutti i costi, che favorisce multinazionali e grande distribuzione, è assolutamente inconcepibile. La cosa grave è che anche i partiti italiani hanno votato questi accordi”.
Sul tema caldo rilanciato dai quotidiani locali e nazionali l’eurodeputato siciliano Giovanni La Via che informa di aver presentato alla Commissione europea un’interrogazione urgente chiedendo di rivedere gli accordi commerciali Ue-Camerun, inserendo delle clausole volte a proteggere questo comparto, come ad esempio il blocco delle importazioni, al fine di aiutare questo settore oggi in crisi. “Un paradosso. In che altro modo, se non questo, definire l’invasione nei supermercati di Pachino, di pomodorini provenienti dal Camerun, venduti al prezzo di 1,39 euro al kg?”.
“Pachino, la patria del pomodorino Igp, prodotto di eccellenza che rappresenta il core business del suo commercio, soppiantato dal concorrente estero: una situazione indicativa della sofferenza del settore ormai da tempo nella morsa della siccità, indebolito dagli elevati costi di produzione e in alcuni casi messo in crisi dalla concorrenza estera, con prodotti provenienti da Paesi Extra-UE, in particolare da Marocco, Algeria, Egitto e Turchia”.
“Generalmente una concorrenza che vince sui costi, ma che – commenta l’europarlamentare – non può competere con le qualità organolettiche e con la dimensione sociale e i valori che stanno dietro la produzione, un bagaglio culturale fatto di cure, dedizione e tradizioni trasmesse da generazioni, a tutela dei prodotti della terra che fanno ricca la Sicilia, ma non chi vi lavora. Ogni giorno – dice – le aziende più piccole faticano per sopravvivere, e quel pomodorino proveniente da un altro continente, ha il sapore di una beffa. Gli agricoltori devono fare i conti con i sempre crescenti costi di produzione, basti pensare che per produrre 1 kg di ciliegino occorre un euro, e il prezzo del pomodoro locale è crollato, 50 o 60 centesimi il ciliegino, 30 centesimi il pomodoro da insalata, mentre quello proveniente dal Camerun abbonda in un momento in cui il mercato è saturo”, dice La Via, convinto della necessità di intervenire anche attraverso “un confronto con la grande distribuzione organizzata, affinché ciascuno possa fare la propria parte per trovare una soluzione”.
A Pachino il pomodorino del Camerun Caso approda al Parlamento europeo
La scoperta dei produttori locali. Il deputato Corrao (M5s) denuncia in aula: "Inconcepibile globalizzazione a tutti i costi". La Via presenta un'interrogazione urgente alla Commissione europea per rivedere gli accordi commerciali