SANREMO – Da Sant’Agata a Sanremo. Quando venerdì scorso alla vigilia della festa della patrona etnea ha ricevuto la Candelora d’oro dal sindaco Enzo Bianco, Fiorello l’aveva detto: “Ci vediamo al Festival”. Ma la sua non è stata una semplice apparizione, perché lo showman nato a Ognina è stato il vero re della prima serata sanremese, quella che metteva alla prova la nuova gestione di Claudio Baglioni.
Probabilmente è anche grazie al siciliano che il Festival è partito col botto: 52.1% di share con 11 milioni 603 mila telespettatori. Un risultato che migliora anche l’eccellente debutto del festival 2017, condotto da Carlo Conti e Maria De Filippi, che aveva raccolto in media 11 milioni 374 mila spettatori con il 50.4% di share.
Fiorello ha preso la scena con una doppia performance. Prima ha giocato con la par condicio invitando il pubblico ad alzare le mani per rivelare come avrebbe votato, quindi sparando battute a raffica su Erdogan “che sta venendo a Sanremo perché ha saputo che ci sono 1.300 giornalisti liberi”, sul candidato premier M5s Di Maio, “il toy boy di Orietta Berti, e se vince il vertice Rai va a casa”, sul “canone che pagano tutti perché sta in bolletta, e se staccano la corrente non si vedono Netflix e Sky”.
La serata si apre con il brivido di un incursore in giubbotto blu che sale sul palco eludendo i controlli: “Sono due mesi che cerco un contatto con il procuratore della Repubblica”, dice prima di essere portato via. “Faccio il Pippo Baudo della situazione”, reagisce pronto Fiorello.
Poi dilaga: “Domani qui viene Gentiloni”, si rivolge al dg Rai Mario Orfeo in platea scherzando sulle elezioni: “Occhio che il 4 marzo arriva, se vince il toy boy di Orietta Berti, si va a casa poi”. Ne ha per le canzoni (“Il preludio di Chopin a confronto è una samba”), per i superospiti (“La Rai non bada a spese, io sarò pagato in bitcoin e per avermi su Rai1 Orfeo ne pagherebbe a chilate”), per Baglioni e Morandi (“si parlava di scimmiette clonate, loro sono come minimo alla terza copia”).
E non esclude l’ipotesi di un ritorno sul palco sabato (“Se Orfeo mi raddoppia i bitcoin…). E se il segretario Pd Matteo Renzi in un tweet scrive che “Fiorello ha già vinto”, Di Maio ringrazia lo showman per la citazione: “Grandissimo Fiorello a Sanremo, lo prendo come un augurio!”.
Alla seconda uscita, per ‘rimpiazzare’ Laura Pausini (che al telefono spiega che la laringite l’ha costretta al forfait), Fiorello elettrizza l’Ariston duettando sulle note di E tu, un’idea venuta alle prove al vicedirettore di Rai1 Claudio Fasulo.
L’altro argomento del giorno è il rischio eliminazione per Ermal Meta e Fabrizio Moro, in testa alle scommesse come favoriti per la vittoria finale. Il problema è il ritornello della canzone, ‘Non mi avete fatto niente’, che risulta molto simile a un brano presentato a Sanremo Giovani nel 2016. Oltre alla affinità nella melodia, i due testi hanno molti punti in contatto: “Non mi avete tolto niente, non avete avuto niente, questa è la mia vita che va avanti oltre tutto e oltre la gente”, recitava ‘Silenzio’. “Non mi avete fatto niente, non mi avete tolto niente, questa è la mia vita che va avanti, oltre tutto, oltre la gente”, è invece il testo di Meta e Moro.
Il problema non sarebbe il possibile plagio, dal momento che entrambi i brani hanno lo stesso autore, ma l’assenza del requisito di brano inedito per una parte della canzone. La questione è immediatamente rimbalzata sui social: i fan di Meta e Moro sottolineano che “nelle interviste rilasciate a Sanremo i due hanno spiegato con chiarezza che il ritornello era già esistente e che il pezzo si è sviluppato da quel ritornello di Febo”.
Tornando alla serata, all’inizio visibilmente teso, Baglioni si arrampica su un monologo sulle canzoni, “che sono come coriandoli d’infinito, piccoli istanti di eternità” e “fanno piccoli miracoli”.
Dalla spettacolare scenografia spaziale entrano in scena i compagni di avventura: Michelle Hunziker, in velluto nero e scollatura da brivido, richiama tutti all’ordine (nonostante qualche gaffe), salvo poi regalarsi un bacio in platea con tanto di ‘ti risposerei’ al marito Tomaso Trussardi; e Pierfrancesco Favino, che convince con una performance da mattatore tra citazioni leopardiane, blob di canzoni e imitazioni.
Sul palco sfilano i 20 Campioni in gara. Annalisa, super scollatura e tatuaggio tra i seni, canta la sua ballad Il mondo prima di te; Ron emoziona con Almeno pensami, un tuffo nel mondo di Lucio Dalla; The Kolors scaldano l’atmosfera con Frida (mai mai mai), Max Gazzè strizza l’occhio all’opera con La leggenda di Cristalda e Pizzomunno. Ornella Vanoni, nell’abito scultura bianco, conferma la sua classe e le sue doti di interprete sulle note di ‘Imparare ad amarsi’, con Bungaro e Pacifico. Sulla scollatura ha l’elleboro bianco, il fiore simbolo della campagna contro la violenza sulle donne esibito anche da Michelle, Annalisa, Stato Sociale, Noemi, Enrico Ruggeri, gli ex Pooh, Elio e le storie tese. “Questo fiore lo farei mettere agli uomini”, dice Ornella.
Il catanese Mario Biondi diffonde un’atmosfera da night club con la sua ‘Rivederti’. Ma la sorpresa è lo Stato Sociale: con una performance che ricorda la scimmia di Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani, travolge il teatro con la complicità dell’83enne Paddy Jones, salsera acrobatica, sulle note di ‘Una vita in vacanza’. Roby Facchinetti e Riccardo Fogli (“Dovunque ti giri dietro le quinte c’è un Pooh”, avverte Fiorello) cantano Il segreto del tempo, Noemi, con l’elleboro tra i rossi capelli, graffia con ‘Non smettere di cercarmi’.
Tornano i Decibel con ‘Lettera dal Duca’, gli Elii fanno se stessi dicendo ‘Arrivedorci’, Giovanni Caccamo dimostra una conquistata maturità con ‘Eterno’, Red Canzian propone ‘Ognuno ha il suo racconto’, Luca Barbarossa ritorna al festival con il romanesco di ‘Passame er sale’.
E’ quasi mezzanotte quando in scena arriva Gianni Morandi: emoziona e si emoziona nel duetto con Baglioni in Se non avessi più te, che vale la seconda standing ovation della serata. Poi tocca a Roy Paci e Diodato (Adesso), Nina Zilli, in abito corolla bianco monospalla e fiore in testa (Senza appartenere), Renzo Rubino (Custodire), Enzo Avitabile e Peppe Servillo (Il coraggio di ogni giorno), Le Vibrazioni (Così sbagliato).
Baglioni rivela una simpatica complicità con Favino: i due gattonano mentre Michelle intona ‘E se domani’, poi insieme trascinano l’intero cast di ‘A casa tutti bene’ di Gabriele Muccino in ‘Bella senz’anima’. Nell’orchestra di bianco vestita (“Love Boat”, la ribattezza Fiorello) spicca il maestro Beppe Vessicchio, che sfoggia un papillon rosso fiammante e spopola sui social in versione Playmobil.
Da S. Agata a Sanremo: sempre Fiorello
Lo showman catanese reduce dalla Candelora d'oro è il vero mattatore della prima serata del Festival. Botto di ascolti: 11 milioni e 52% di share. Canzone copiata: Meta e Moro rischiano l'eliminazione . FOTO