MESSINA – Alessio Mantineo, condannato a 12 anni di carcere per aver tentato di bruciare la sua ragazza Ylenia Bonavera, voleva ucciderla e lei lo ha difeso perché, nonostante tutto, ha ritenuto quel gesto “una prova d’amore”. E’ quanto emerge dalla motivazione della sentenza del Gup Salvatore Mastroeni, depositata nei giorni scorsi.
Il giudice osserva come “l’intendimento di Mantineo fosse proprio quello di uccidere Ylenia. Questo appare evidente alla luce della peculiare connotazione del fatto delittuoso come sopra descritto: cospargerla di benzina e darle fuoco non può infatti che essere letto come univocamente diretto in tale direzione”.
La ragazza – che prima aveva accusato il ragazzo e poi ha ritrattato difendendolo anche in tribunale – secondo il giudice lo ha fatto per “un problema che non è solo culturale”. “Se la donna serva, in certe fasce, è retaggio del passato – osserva il Gup – ora nei giovani il dominio è fonte di piacere e vanto. Il risultato non cambia. Non cambia neanche dal punto di vista femminile, a fronte di donne uccise, come in una carneficina, e di donne che lottano per una reale emancipazione, si trovano casi in cui violenza e sadismo vengono apprezzati, per cui essere data a fuoco può essere una prova d’amore moderna”.
Per spiegare queste dinamiche il giudice ricorre anche a una citazione letteraria dotta, quella di Dostoevskij: “A volte l’uomo è straordinariamente, appassionatamente innamorato della sofferenza”.
Per Ylenia l’aggressione fu prova d’amore
Messina. Depositate le motivazioni della condanna a 12 anni di Alessio Mantineo: "Il fidanzato voleva bruciarla, lei lo ha difeso. Oggi nei giovani il dominio è fonte di piacere e vanto"