PALERMO – Roberto Stellone ha riportato l’entusiasmo. La vittoria di Terni e la contemporanea sconfitta del Parma a Cesena hanno riacceso la corsa per il secondo posto che vale la promozione diretta, obiettivo che sembrava quasi sfuggito di mano.
“Dobbiamo lavorare su tutti gli aspetti – spiega il tecnico rosanero alla vigilia del match con il Cesena – Forse è capitato di pensare che a Terni avessimo il risultato in mano, ma anche un 3-0 al 70′ abbiamo visto che può non bastare. In Umbria è arrivata comunque una vittoria importante, sono contento dei primi 75 minuti giocati”.
La settimana scorsa Stellone ha dato direttamente in conferenza stampa la formazione che sarebbe scesa in campo. Questa volta non è così: “Devo ancora sciogliere gli ultimi dubbi di formazione. Tutti i ragazzi si sono allenati bene”.
In questo finale sarà importante anche il recupero degli infortunati: “Bellusci e Nestorovski hanno dimostrato tanta voglia di rientrare e verranno in panchina. Non dobbiamo correre il rischio di farli affrettare il ritorno ed eventualmente perderli. Valuto gli allenamenti settimanali e le partite. Gioca chi lo merita, chi è motivato”.
La partita con il Cesena potrebbe anche essere decisiva: “Il campionato non si decide adesso, ma può cambiare qualcosa – spiega Stellone – Il Cesena domenica ha ottenuto una vittoria importante e vorrà chiudere il discorso salvezza. Dobbiamo andare oltre alla soglia della fatica, la voglia di vincere deve essere superiore a tutto”.
Ci sarà uno stadio veramente pieno, per la prima volta in questa stagione: “Noi in campo ed i tifosi sugli spalti, uniti, possiamo fare bene. La loro spinta è importantissima. La prima nostra gioia è regalare la promozione diretta ai nostri tifosi. Dobbiamo mettere da parte l’io e pensare al noi per raggiungere i risultati”.
Sulla polemica tra il Parma e il ds del Cesena Rino Foschi che ha dichiarato di essere contento per aver battuto Frosinone e Parma, Stellone dice: “Dobbiamo solo pensare a portare a casa i 3 punti, il resto non ci interessa”.
Stellone vuole inculcare alla squadra la sua mentalità, anche se ha avuto poco tempo a disposizione: “Agli attaccanti chiedo sacrificio, di attaccare la porta e di dare tutto. Con la testa si attacca e si difende in 11. Più ti difendi alto, più gli avversari sono lontani dalla tua porta. Sono per verticalizzare più possibile”.