PALERMO – Ennesima tegola giudiziaria per l’ex presidente del Palermo calcio Maurizio Zamparini. Oltre al milione di euro sequestrato alla società tre giorni fa dalla Finanza, le Fiamme Gialle hanno eseguito un nuovo sequestro di 100 mila euro circa a carico dell’ex patron. Si sarebbe fatto accreditare bonifici relativi a crediti personali sul proprio conto corrente presso una banca svizzera per evitare eventuali pignoramenti da parte dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione, nei cui confronti è debitore di decine di milioni di euro. Il provvedimento è stato disposto dal gip di Palermo su richiesta della Procura e si inquadra nell’ambito dell’inchiesta condotta dai i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Palermo e del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria sul Palermo calcio.
Le indagini indagini svolte da circa un anno dalle Fiamme Gialle, coordinate dalla Procura della Repubblica palermitana, ipotizzano a vario titolo a carico del patron friulano, del figlio, della segretaria, di cinque professionisti e dell’attuale presidente della società calcistica Giovanni Giammarva i reati di false comunicazioni sociali, ostacolo alle funzioni di vigilanza della Co.Vi.So.C., sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio. Alla U.s. Città di Palermo S.p.a., persona giuridica, è stato contestato l’illecito amministrativo che deriva dal reato di autoriciclaggio che sarebbe stato commesso dall’ex presidente.
Nei giorni scorsi le Fiamme Gialle avevano disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 1.135.077 euro, somma trovata sul conto corrente intestato alla società rosanero. Secondo gli inquirenti sarebbe il profitto dei reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio e dell’illecito amministrativo commesso a vantaggio della società. Nell’ipotesi della Procura Zamparini di sarebbe sistematicamente servito della Mepal S.r.l., società nata per la commercializzazione dei prodotti rosanero di cui era l’amministratore di fatto, come di una sorte di “cassaforte”, per mettere al riparo le disponibilità correnti della società dalle procedure esecutive dell’Erario, nei cui confronti il club era esposto per milioni di euro fino al 2017.
Per rendere possibili tali spostamenti di denaro, sarebbero stati simulati dei finanziamenti verso la Mepal S.r.l. La Mepal è stata ceduta per 40 milioni a una societa’ con sede in Lussemburgo, la Alyssa, che, per i pm, sarebbe comunque sempre riconducibile a Zamparini. Secondo la Procura il valore del marchio sarebbe stato nettamente inferiore e la sopravvalutazione avrebbe consentito di creare una sorta di riserva monetaria poi reimpiegata per ripianare il bilancio in rosso di 27 milioni di euro della Us Citta’ di Palermo. Secondo l’accusa, peraltro, l’operazione di cessione sarebbe stata fittizia visto che la Alyssa di fatto era della famiglia Zamparini.
Contestualmente all’indagine penale, la Procura ha chiesto il fallimento della società Us Città di Palermo. L’istanza è stata respinta dal giudice fallimentare. Come è stata respinta, nei mesi scorsi, la richiesta di arresto avanzata nei confronti dell’ex patron. Nel contesto dell’inchiesta sulla società è emersa la vicenda personale di Zamparini che ha portato all’ultimo sequestro di 100mila euro, somma equivalente alle quote di partecipazione dell’ex patron al capitale sociale dell’U.s. Città di Palermo S.p.a., non essendo state trovate somme di denaro sui conti correnti intestati all’imprenditore friulano.