ROMA – Il Parma giocherà il prossimo campionato di Serie A ma partendo da -5 mentre Emanuele Calaiò dovrà scontare due anni di squalifica. Questa la sentenza del Tribunale Nazionale Federale sui fatti relativi a Spezia-Parma, gara valida per l’ultima giornata dello scorso torneo di Serie B. Il Palermo, che sarebbe stato ripescato in caso di retrocessione dei ducali, rimane quindi tra i cadetti.
La Procura federale aveva chiesto due punti di penalizzazione da scontare nel campionato di B 2017-18 – che avrebbe determinato la perdita della promozione diretta a vantaggio del Palermo – o in subordine sei punti da scontare nella prossima stagione in Serie A. Calaiò, che era accusato di tentato illecito ex articolo 7 del codice di giustizia sportiva, rischiava invece 4 anni di squalifica.
Secondo quanto si legge in un passaggio del dispositivo, il Parma “ha conseguito sul campo la posizione finale in classifica che le ha consentito la promozione diretta in Serie A”, per questo il “tribunale ritiene che la penalizzazione riferita alla classifica del campionato di Serie B appena conclusosi, oltre che estremamente afflittiva” sarebbe anche “in aperto contrasto con lo stesso principio di afflittività previsto dall’art. 18, comma 1, lett. g) del CGS”.
Il Tfn evidenzia inoltre “che si è in presenza, nella specie, di un tentativo di illecito decisamente respinto dai destinatari dei messaggi e la cui conoscenza da parte della Società Parma Calcio non è stata in alcun modo nemmeno ipotizzata”. Secondo il Tribunale quindi “la penalizzazione va operata con riferimento alla stagione sportiva in corso e, solo ove si appalesi inefficace – motivano i giudici – può essere fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione sportiva successiva, di talché, dovendosi individuare la stagione sportiva in corso in quella 1° luglio 2018/30 giugno 2019, la infliggenda penalizzazione sul punteggio non potrà che scontarsi in tale stagione sportiva”.
Calaiò, deferito per alcuni messaggi inviati via Whatsapp agli ex compagni di squadra Filippo De Col e Claudio Terzi in cui sembrava invitarli a non impegnarsi troppo contro il Parma, dovrà anche pagare un’ammenda da 20 mila euro.
Il Parma ha accolto la sentenza “con enorme amarezza” definendola “iniqua e illogica”, contro la quale farà ricorso in tempi brevissimi. “Riteniamo abnorme – scrive il Parma – la condanna del nostro tesserato Emanuele Calaiò rispetto ai fatti all’origine del deferimento e iniqua, illogica ed in contrasto con la recente giurisprudenza sportiva la pesantissima penalizzazione per responsabilità oggettiva inflitta alla nostra società. Confidiamo che la totale estraneità del Parma Calcio 1913 ad ogni comportamento meno che lecito venga riconosciuta già dalla Corte Federale di Appello, a cui ricorreremo in tempi brevissimi, nell’auspicio di trovare giustizia”.