ROMA – “Uno sciopero della Serie B non farebbe bene al calcio italiano”. Il commissario straordinario della Federcalcio, Roberto Fabbricini, commenta così ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’, su Rai Radio1, la possibilità di uno stop indetto dai calciatori del torneo cadetto, la cui prima giornata è in calendario il 24 agosto, circa il format a 19 squadre con il blocco dei ripescaggi.
“Non posso fare previsioni su quanto potrà succedere – ha detto Fabbricini – Domani c’è una riunione dei capitani delle squadre di Serie B e mi sembrerebbe strano ne uscisse uno sciopero, vista la compattezza di tutte le 19 squadre che in assemblea mi hanno chiesto all’unanimità di non fare ripescaggi. I giocatori sono ovviamente liberi di fare le loro valutazioni e decidere”.
“Penso che la grande incombenza per il prossimo Consiglio Federale sarà riformare i campionati – ha aggiunto Fabbricini annunciando l’assemblea elettiva per metà ottobre – i format attuali stridono e in questo modo il sistema non regge. Società anche gloriose sono sparite in pochi mesi, tutto questo professionismo in Italia non può reggere”.
Circa le sorti della Figc, il commissario straordinario avverte che “bisogna trovare per la presidenza una persona che sia in grado di governare bene questo mondo. Più che una federazione mi sembra una confederazione, ci sono interessi troppo spesso contrastanti, ogni provvedimento fa arrabbiare qualcuno. Ma non basta fare un presidente, bisogna avere la forza di fare le dovute modifiche a questo sistema”.
Per il dopo commissario, Fabbricini invoca “una struttura forte, che faccia andare avanti la barca non a strappi e con un grande manager che faccia capire come siano fondamentali compattezza e uniformità per il lancio del nostro calcio”.
Da rivedere anche la giustizia sportiva: “Non può avere questi tempi, non si può arrivare a metà agosto e non sapere l’organico di qualche campionato. Va riformata, non nelle persone ma nella celerità di giudizio in ogni grado. Le seconde squadre? Un grande rimpianto. Ora tutti lamentano che la montagna ha partorito il topolino, ma quando è stato varato il progetto c’erano quattro squadre, poi il Milan ha fatto un passo indietro. All’inizio non c’era solo la Juventus ma altre tre società pronte a fare il campionato”.
Infine, sulle polemiche dell’Aia per l’assenza di rappresentanti istituzionali al primo raduno stagionale: “Ho avuto un impedimento fisico. Ho mandato una lettera a Nicchi per dirgli che sarei venuto a Coverciano per salutare gli arbitri, ma ho dovuto fare marcia indietro. Ho parlato con lui, che ha capito bene la situazione, lamentando che per le prima volta non ci fossero il presidente della federazione, di A e di B. Sono cose che prescindono dalla mia volontà, a Coverciano sarei andato anche a piedi per rispetto di una componente essenziale per il calcio italiano”.