FIRENZE – “Lo dico a chiare lettere: il nostro calcio è gestito da anni sempre dagli stessi pupari, che hanno avuto l’interesse al non governo, perché nel non governo governavano loro”. Così Pietro Lo Monaco, ad del Catania, a margine della presentazione del calendario della Lega Pro 2018/19. “E’ un calcio che va alla deriva – ha detto – dove non c’è certezza più assolutamente di niente, si è persa anche la certezza del diritto. Le regole possono essere bypassate dall’oggi al domani, come se niente fosse”.
Secondo Lo Monaco, per un rinnovamento, il presidente di Lega Pro Gabriele Gravina “può essere un candidato importante” alla guida della Figc: “Auspico che anche in quella sede – ha aggiunto – le componenti che fino a oggi hanno dimostrato compattezza nel segnalare un nome alla fine non si disgreghino con il lavoro politico dei pupari. Mi auguro che all’unità di Lega Pro, di Lega Dilettanti e arbitri faccia seguito anche l’Ass. calciatori”.
Lo Monaco ha detto di essere “scioccato fino a un certo punto” della decisione di ieri del Collegio di garanzia del Coni, “perché prendiamo atto dello sconcio che c’è in giro, parlo del calcio nostro in generale, che è gestito da tantissimo tempo sempre dai soliti noti”, e quindi “mi sorprende fino a un certo punto, ma mi sorprende, perché non pensavo si osasse tanto”.
Per l’ad del Catania, inoltre, alcuni presidenti della B sostengono un campionato a 19 squadre “con moltissimo pressappochismo perché per quei 5-600mila euro in più che potrebbero prendere annualmente dimenticano che una B a 19 squadre significa necessità di rafforzarsi, significa rischio di retrocessione sicuramente più evidente rispetto alla B a 22, quindi necessariamente dovranno correre ai ripari tutti, questo si traduce sicuramente in dispendio economico, quindi quello che loro pensano di guadagnare lo spenderebbero diversamente”.
Al di là di questo, per Lo Monaco, “i format vanno cambiati, lo sanno tutti. Noi abbiamo sempre sostenuto, ma mi sembra che sia una battaglia anche e soprattutto della Lega Pro e questo le fa onore, che i format vanno rivisti, vanno rivisitati e vanno sistemati, perché il calcio professionistico non riesce a sostenere la quantità di squadre che ci sono; ma nei tempi giusti, con le modalità giuste, nel rispetto delle regole”.