CATANIA – La fotografia scattata da Ecosistema Urbano, l’annuale rapporto di Legambiente presentato ieri a Milano è impietosa per la città di Catania: ultimo posto tra i 104 comuni italiani.
Fra gli esempi di buona gestione dell’ambiente urbano, lo studio cita l’Area C e la mobilità condivisa di Milano, la gestione dei rifiuti di Oristano, Parma, Trento, Mantova, Treviso e Pordenone, la tramvia di Firenze, il contenimento dello spreco di acqua di Macerata e Monza, gli investimenti sul solare di Padova, il teleriscaldamento di 6mila studenti delle superiori di Udine. E ancora l’ampliamento degli spazi a disposizione dei pedoni di Firenze, l’allargamento a Bergamo della Ztl (fino a farla diventare la più estesa d’Italia), o le città ‘bike friendly’ come Ferrara, Reggio Emilia, Bolzano e Pesaro, queste ultime due con le loro “bicipolitane”.
“Siamo all’anno zero su tutti i fronti – commenta l’ avvocato Viola Sorbello, presidente del circolo di Catania di Legambiente – tutti gli indicatori presi in esame dal rapporto certificano il fallimento delle politiche ambientali urbane portati avanti nella nostra città. In questi anni di attivismo abbiamo costantemente indicato alle Amministrazioni le politiche da adottare per migliorare l’ambiente urbano, ma il più delle volte i nostri appelli sono rimasti inascoltati”.
“Sulla mobilità, tema che ha il peso più rilevante nel rapporto, si fatica ad implementare politiche efficaci di riduzione della dipendenza dall’uso dell’auto: l’ampliamento delle zone a traffico limitato e delle isole pedonali, contestualmente al miglioramento delle infrastrutture ciclabili come strategie di mobilità sostenibile attendono da anni la messa in opera a causa dell’evidente mancanza di volontà politica e dell’inefficienza della macchina amministrativa” continua Sorbello.
“Sul tema del verde urbano attendiamo da mesi l’approvazione del Regolamento del verde – spiega – il nostro circolo ha dato un apporto per la definizione delle linee guida, ma ad oggi questo strumento fondamentale per una corretta gestione del verde rimane chiuso nei cassetti degli uffici comunali”.
“Per quanto concerne il consumo di suolo, l’abusivismo nel Parco dell’Etna, patrimonio dell’ Umanità Unesco ed all’interno dell’Oasi del Simeto, sono un esempio lampante di immobilismo amministrativo – aggiunge ancora – Le demolizioni sono in numero irrisorio. Risultati impietosi anche per la dispersione di acqua nella rete e per il livello di depurazione. Il paradigma della situazione disastrosa dell’ambiente urbano di Catania è la gestione dei rifiuti: mentre a livello nazionale la media di differenziata supera il 50%, la nostra città non arriva neanche al 10”.
“Questo quadro desolante, certificato dall’annuale rapporto di Legambiente ci stimola a lavorare ancor più attivamente, ma l’attore determinante per invertire la rotta dovrà essere l’Amministrazione Comunale. Soprattutto in questi mesi in cui il rischio di default finanziario aleggia sul nostro Comune- commenta in conclusione la presidente-, occorre investire proprio sull’ambiente urbano: molti dei costi a cui deve far fronte il Comune potrebbero essere notevolmente ridotti se ci fosse una corretta gestione di tutti gli aspetti dell’ecosistema ambientale della città”.
Ambiente, Catania ultima in tutto
Nel rapporto di Legambiente la città è al 104° posto. Le associazioni etnee: "Siamo all’anno zero su tutti i fronti"