CATANIA – “La condizione di Catania precipita: la delicata situazione economica in cui versano le casse del Comune porterà all’implosione facendo pagare i ceti più deboli e le famiglie più bisognose. Un allarme che il sindacato confederale etneo lancia da tempo: ora il sindaco Pogliese apra subito il confronto e anche la politica faccia sentire la propria voce”. Sono preoccupati i segretari generali provinciali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Giacomo Rota, Maurizio Attanasio, Enza Meli e Giovanni Musumeci, che oggi, nella sede della Cisl, hanno fatto il punto sui passi da fare in vista del 30 novembre, data entro cui il Comune dovrà presentare un piano di risanamento finanziario, rimarcando ancora una volta la propria contrarietà a un eventuale dichiarazione di dissesto finanziario.
“La data è sempre più vicina – dicono – ma non c’è stato ancora stato nessun confronto con le parti sociali sull’eventuale dissesto o sul piano di rientro che dovrà essere comunque approntato. Nel frattempo la pace sociale a Catania corre sul filo del rasoio: sfratti e sgomberi, proteste dei lavoratori di partecipate e servizi di questi giorni testimoniano che la situazione può volgere in peggio anche a breve e questo ci preoccupa. Comunque vada, il disastro delle casse comunali andrà governato con un piano di rientro dove dovranno necessariamente esser previsti dei tagli che vanno concertati”.
“In questi anni – ricordano i quattro segretari generali – Cgil, Cisl, Uil e Ugl non hanno mai taciuto e si sono impegnate a sollecitare le amministrazioni comunali sin dal primo piano di rientro, si sono battute contro la restrizione dei servizi sociali e contro la chiusura degli asili nido. Insomma, noi lo abbiamo detto e continuiamo a dirlo in tutte le sedi di contrattazione, l’abbiamo detto a proposito del piano regolatore generale, l’abbiamo detto in occasione del confronto sulle cooperative sociali”.
Per Rota, Attanasio, Meli e Musumeci, infine, “Catania è tra le prime dieci città d’Italia e il polo produttivo e commerciale più importante della Sicilia. Per questo, al governo nazionale chiediamo di avere il coraggio di fare una scelta e di assicurarle un aiuto concreto, esercitando se necessario un controllo rigorosissimo sulla spesa delle eventuali risorse accordate. Ma la città non può essere abbandonata a se stessa e vanno tutelati i ceti più deboli e il mondo del lavoro: non può pagare le colpe di un ceto politico che è stato incapace ad amministrare e che oggi tace”.
Catania, si avvicina la resa dei conti: “La città precipita e il sindaco tace”
Dissesto finanziario, i sindacati si riuniscono: "Entro il 30 novembre il Comune dovrà presentare un piano di risanamento, ma non c'è stato alcun confronto. Arriverà un'implosione e saranno le famiglie povere a pagare"