Il comunicato stampa è di quelli residuali, che non troverebbe spazio nemmeno tra le notizie brevi se non fosse l’ennesimo indizio che costruisce una prova nello scenario politico regionale siciliano in eterna mutazione. La nota recita: “Il centrodestra si presenterà unito e compatto, con un programma condiviso, alle elezioni studentesche dell’Università di Catania del prossimo 23-24 ottobre 2018. Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Mpa e Udc hanno depositato la lista unitaria “Popolari e Sovranisti”.
Un tentativo allo stato grezzo, fatto da ragazzi appassionati di politica. Ma una intesa tra tutte le forze di centrodestra, declinata in real politik, in prospettiva potrebbe dare forma a una nuova alleanza, vera, per la creazione di un nuovo contenitore della destra moderata, alternativa a Forza Italia e alla Lega.
Per comprendere meglio il progetto politico in avanzato stato di realizzazione bisogna fare due passi indietro.
Il primo a fine settembre, riascoltando le parole di Giorgia Meloni durante la 21° edizione di Atreju. “Noi la destra l’abbiamo difesa e l’abbiamo ricostruita anche quando stava per scomparire e oggi in parlamento siedono 50 esponenti della destra” dice la leader di Fratelli d’Italia. E nel suo appassionato intervento la Meloni spinge più in là l’asticella grazie anche alla presenza provocatoria di Steve Bannon, lo stratega di Donald Trump per la vittoria alla Casa Bianca.
“Questa manifestazione dopo 20 anni si proietta sul palcoscenico internazionale: Costruiamo insieme il grande movimento dei conservatori e dei sovranisti italiani, che parta dall’esperienza di Fratelli d’Italia ma che sappia anche aprirsi alle tante esperienze in cerca di una casa e di una causa. Un grande contenitore, plurale e coraggioso, per difendere la libertà, l’identità, la tradizione e l’interesse nazionale italiano” E va oltre. “Lancio un appello deciso, non solo alla destra, ma anche a chi si è sempre definito liberale o conservatore, penso anche a tante altre esperienze civiche e a tutti quelli che per ragioni diverse non si sentono rappresentati dalla Lega o non accettano di entrarne a far parte da comprimari. A tutti loro dico che Fratelli d’Italia è disposta a mettersi in discussione, a mettere a disposizione la sua casa politica per farne la casa politica di chi in Italia condivide queste idee”.
E’ la stessa Giorgia Meloni a segnare il passo. “A maggio saremo chiamati a cacciare i mercanti dal tempio europeo. Penso che dobbiamo muoverci adesso, fare un primo passo insieme alle prossime elezioni europee, e se le cose andranno come credo, celebrare insieme subito dopo il congresso fondativo di un nuovo grande movimento, che abbia un leader scelto con le primarie”.
A fine maggio si voterà per il rinnovo del parlamento europeo. Un’elezione difficile perché si svolge in un macro collegio che ingloba le due isola (Sicilia e Sardegna) e soprattutto perché i singoli candidati correranno con il voto di preferenza. Serve organizzazione e leader riconosciuti sul territorio, in grado di mobilitare gli elettori. La Lega schiererà Salvini capolista in tutti i collegi, lo stesso farà Forza Italia con Berlusconi tornato candidabile.
I partiti sono al già al lavoro per trovare un quadro di alleanze che permetta di ottimizzare gli sforzi e portare a casa il risultato del superamento dello sbarramento al 4% e almeno un deputato amico in Europa. Soprattutto negli ultimi anni Bruxelles non è più il confino o il cimitero degli elefanti della politica e gli eurodeputati non sono più così distanti dai territori dove fanno abitualmente politica. La vetrina del Parlamento europeo e prestigiosa e strategica nello scacchiere della politica e delle relazioni internazionali. La corsa al posto in lista ingolosisce e il mutato quadro politico impone riflessione e strategia.
Il secondo passo indietro risale alla fine di agosto sotto il sole d’estate. Mentre la politica nazionale battibeccava sui migranti della nave Diciotti, in una intervista passata sottogamba, il senatore Raffaele Stancanelli lasciava intendere di lavorare in prospettiva “a un nuovo soggetto, che venga fuori da un laboratorio politico in cui unire chi rappresenta al meglio l’area moderata e riformista, movimenti civici, popolari, autonomisti. Un popolo che c’è, ma che non ha più partiti strutturati di riferimento”. La Sicilia da un lato, l’Europa dall’altro. Un’operazione ad ampio respiro portata avanti su più livelli.
Ad Atreju, non è un caso, c’era anche l’europarlamentare Raffaele Fitto (ex Forza Italia), che nella cultura identitaria della destra nazionale rappresenta oggi un gancio ideale verso il mondo moderato del centro che guarda con posizione critica all’Europa, così come già fa il gruppo dei “Conservatori e Riformisti” nel Parlamento europeo e di cui Fitto è l’unico rappresentante italiano. Un modo per non disperdere il lavoro fatto in “Noi con l’Italia” alle ultime politiche anche in Sicilia con Saverio Romano.
Nell’Isola, il senatore Raffaele Stancanelli sottotraccia e senza pubblicità, diceva di portare avanti “l’idea di una confederazione dei partiti in un progetto unitario che, partendo dalla Sicilia riesca a saldarsi a Roma con una forza nazionale con simili caratteristiche”. Ecco perché, in questa prospettiva, l’esperienza regionale di Diventerà Bellissima sembra molto più organica e assimilabile al progetto immaginato dal regista dei successi elettorali di Nello Musumeci alla Regione e di Salvo Pogliese a Catania, piuttosto che all’apparentamento innaturale alla Lega nella fantomatica “Cosa blu”, che avrebbe il solo scopo di approfittare del traino di consensi d’opinione del suo leader Matteo Salvini.
Un contenitore che, nella sua veste di destra moderata, potrebbe tentare anche alcuni sindaci ed alcuni esponenti politici regionali di Forza Italia in aperto conflitto con l’establishment del partito nell’Isola.
Lo sguardo volge veloce anche all’esperienza degli autonomisti del Mpa, sempre presenti e numerosi, ma soprattutto capaci di riaggregarsi in ogni stato di necessità a testimonianza che l’idea originale che aveva dato vita al partito dei siciliani ritorna di grande attualità nell’Europa delle nazioni. Chi conosce il suo leader sa che in politica non ha mai sottovalutato nulla, né gli avversari né le scadenze elettorali. A partire proprio dall’Università.
Twitter: @LucaCiliberti
Luca Ciliberti