PALERMO – Rumori, fumi e odori fastidiosi dalla canna fumaria del ristorante: la Cassazione detta regole severe sulle competenze dei giudici e sui risarcimenti e conferma una sentenza del Tribunale di Agrigento che aveva disposto lo smantellamento della canna fumaria e un risarcimento di 15 mila euro per il danno non patrimoniale.
“I giudici hanno stabilito due importanti principi in materia di immissioni moleste, scrive il Sole 24 Ore. Il primo limita la normativa che fissa per esigenze di carattere pubblico i livelli di accettabilità delle immissioni: è vero che persegue interessi pubblici ma va assicurato alla collettività il rispetto di livelli minimi di quiete”.
Il secondo principio afferma che “in materia di danno non patrimoniale da immissioni, l’assenza di un danno biologico documentato non impedisce il risarcimento del danno derivante da immissioni illecite, quando siano stati lesi il diritto al normale svolgimento della vita familiare all’interno della propria abitazione e il diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiane, quali diritti costituzionalmente garantiti, nonché tutelati dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.