ROMA – “C’è un provvedimento non definitivo, nella legge c’è un tempo entro il quale la federazione e il Coni, quindi gli organi sportivi, devono dare una risposta concreta: capacità nel saper risolvere un problema che è sotto gli occhi di tutti. Una risposta entro venerdì? Questo non lo so, sicuramente in sede di Consiglio nazionale credo ci sia una proposta del Coni e noi la valuteremo”. Così il neo presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, uscendo dall’incontro, durato circa due ore, a Palazzo Chigi con il sottosegretario allo Sport, Giancarlo Giorgetti, al quale hanno preso parte anche il numero uno del Coni Giovanni Malagò, e il presidente della Lega Dilettanti, Cosimo Sibilia.
Un “ottimo incontro” nel quale sono stati affrontati “temi noti” come “il problema dei controlli, della giustizia sportiva, delle infrastrutture”, rivela Gravina, tra cui il decreto del governo sul tema della giustizia in merito alla facoltà del Tar di gestire i ricorsi per le iscrizioni e ammissioni ai campionati delle squadre professionistiche.
Un provvedimento che per la nuova Figc rischia di essere un’ingerenza: “Ora bisogna trovare delle soluzioni e insieme al governo stiamo cercando, d’accordo anche con il Coni, la massima collaborazione sui punti per rilanciare il calcio italiano e dare fondamento a due asset importanti come i settori giovanili e le infrastrutture”. “Il confronto con Malagò? Abbiamo partecipato insieme a questo nostro incontro, la nuova filiera prevede massima collaborazione tra federazione, Coni e governo”, ha detto Gravina.
Dal canto suo, Giorgetti ha invitato la Figc a intervenire: “E’ stato un incontro proficuo, abbiamo condiviso la necessità e l’urgenza di realizzare profonde riforme per il calcio italiano, dalla giustizia sportiva al semi-professionismo alla revisione dell’organizzazione federale. In particolare il governo auspica una rapida autoriforma della giustizia sportiva, come prevista dal decreto già in vigore della giustizia amministrativa e sportiva, così da superare e rendere superflua la conversione del decreto stesso”.