a.cig.) Il Catania riparte da zero. Anzi, dallo 0-0. Il pari senza reti incamerato in trasferta contro la Juve Stabia, unica formazione imbattuta del campionato, è un mattoncino da usare con perizia per costruire la risalita.
Ai rossazzurri, reduci da due sconfitte nelle ultime tre gare, serviva un risultato utile per tanti motivi. Per la classifica, visto che una sconfitta al Menti li avrebbe mandati a -8 dagli stabiesi potenziali primi della classe. Per il morale, così da diradare le nubi addensatesi sul gruppo negli ultimi quindici giorni. E soprattutto per ritrovare alcuni dei riferimenti che avevano permesso a Biagianti e soci di regalarsi un ottimo avvio di stagione, a cominciare dalla Coppa Italia.
Il riferimento è il previsto – e assai invocato – ritorno alla difesa a quattro. Sottil accantona il 3-5-2 utilizzato con scarso esito nelle recenti uscite per rispolverare il 4-2-3-1 con Scaglia preferito a Baraye da laterale basso, Rizzo e Barisic di nuovo titolari dopo le assenze forzate per infortunio e Vassallo al debutto dal 1′ sulla trequarti.
Il primo effetto pratico consiste nel garantire una migliore copertura degli spazi e quindi una maggiore protezione della difesa. Che, non a caso, torna a non subire gol.
Il Catania è più corto e compatto, tanto di ritrovare in alcune fasi di gioco quella pressione alta che era piaciuta molto in avvio di campionato. I gialloneri, che hanno il miglior attacco del torneo, chiamano Pisseri a un’unica parata su Di Roberto, liberatosi dalla guardia di Scaglia alla mezz’ora.
Gli altri due pericoli creati dalle vespe, che nel finale provano anche il 4-3-1-2, arrivano su punizione e qui ci pensa la buona sorte a dare una mano: Calò, uno degli elementi più interessanti a disposizione di Caserta, colpisce la parte alta della traversa in chiusura di primo tempo e timbra il palo a otto minuti dallo scadere.
Se in fase di non possesso i rossazzurri riacquistano solidità, quando si tratta di costruire continua a mancare qualcosa: Rizzo dimostra di avere smaltito i problemi fisici esibendo gamba e dinamismo in mediana, ma Barisic non ha ritrovato la migliore spigliatezza e sulle fasce il sostegno di Ciancio (troppi cross sbagliati) e Scaglia produce poco.
A ciò si aggiunga la serata di scarsa mira di Marotta, che spreca la migliore palla gol dei 90′ calciando su Branduani al quarto d’ora di gioco. Con Lodi non particolarmente ispirato e Manneh entrato a gara in corso senza incidere, gli altri tentativi etnei in avanti non vanno oltre un tiro forzato di Marotta a conclusione di una ripartenza che poteva essere gestita meglio e una botta a lato di Baraye, entrato per rilevare Scaglia. Palese che in avanti si debba crescere, ritrovando brillantezza e gli automatismi sulla trequarti in grado di innescare meglio la punta di turno.
Non è il miglior Catania e non è il Catania che serve per vincere il campionato. Ma è un Catania più razionale degli ultimi e con qualche certezza in più. Certezze che hanno bisogno di altre certezze da (ri)trovare.
JUVE STABIA-CATANIA 0-0
Juve Stabia (4-3-3) Branduani 6.5, Vitiello 6, Marzorati 6 (1′ st Aktaou 6), Troest 6, Allievi 6, Viola 5.5 (12′ st Elia 6), Calò 7, Mastalli 6 (28′ st Vicente sv), Di Roberto 6.5 (33′ st Mezavilla sv) Paponi 5.5, Carlini 6. In panchina Venditti, Schiavi, Ferrazzo, El Ouazni, Castellano, Dumancic, Sinani, Lionetti. Allenatore: Caserta 6.
Catania (4-2-3-1) Pisseri 6.5, Ciancio 5, Aya 6, Silvestri 6.5, Scaglia 5.5 (27′ st Baraye 6), G. Rizzo 6.5, Biagianti 6, Barisic 5 (16′ st Manneh 5.5), Lodi 5.5 (38′ st Angiulli sv), Vassallo 6, Marotta 5.5 (38′ st Curiale sv). In panchina: Pulidori, Lovric, Brodic, Llama, Bucolo, A. Esposito, Rizzo. Allenatore: Sottil 6.
Arbitro: Sozza di Seregno 6.
Note: spettatori circa 3.000. Ammoniti Scaglia, Ciancio, Carlini, Scaglia, Elia. Angoli 6-2. Recupero: 0′, 3′.