LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Un migrante è morto annegato nel naufragio di un gommone nel Canale di Sicilia. Lo hanno rivelato i 40 superstiti che sono stati salvati da un peschereccio che li ha portati a Lampedusa.
L’uomo si sarebbe gettato in acqua nel tentativo di aggrapparsi alle reti lanciate in mare dall’imbarcazione, ma non ce l’ha fatta. L’episodio è avvenuto di notte, quattro giorni fa, ma è stato reso noto oggi durante la conferenza stampa della Procura di Agrigento sul fermo di due presunti scafisti.
Il gommone sarebbe salpato dalle coste della Libia l’8 novembre. Dopo due giorni il motore è andato in avaria e il natante è rimasto in balia del mare mosso. Alcune delle persone a bordo sono riuscite ad attirare l’attenzione di un peschereccio e i migranti si sono lanciati in mare per raggiungerlo, aggrappandosi alle reti da pesca che l’equipaggio aveva lanciato in acqua.
Uno degli extracomunitari che si era tuffato non è riuscito a raggiungere la rete ed è annegato. L’equipaggio del peschereccio non si è accorto dell’accaduto, che è stato ricostruito dai compagni di viaggio della vittima dopo il loro sbarco a Lampedusa.
La Procura di Agrigento ha disposto il fermo di due presunti scafisti: Cleus Fada, nigeriano di 23 anni, e Ibrahim Muhammed Ridha, egiziano di 35 anni, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Muore migrante nel Canale di Sicilia
Lampedusa: stava cercando di aggrapparsi alle reti di un peschereccio in soccorso del gommone