ENNA – Una vera e propria scuola fantasma che sfornava decine di diplomati all’anno. Tutto falso, dalle presenze sui registri di classe, alle prove scritte e orali, fino agli scrutini. L’inchiesta della Procura di Enna, che ha preso le mosse da un esposto, ha svelato che almeno 50 iscritti che avrebbero dovuto frequentare la scuola parificata “Aurora” di Pietraperzia, non avrebbero mai assistito a una sola lezione.
L’indagine ha messo sotto la lente d’ingrandimento l’anno scolastico 2016-2017. Le telecamere degli investigatori, insieme agli appostamenti effettuati alla sede di Pietraperzia (En) e alle ammissioni degli “studenti” che avrebbero dovuto frequentare in due sedi non ufficiali, a Nicosia (En) e in un Comune etneo, hanno confermato che a scuola non ci andava proprio nessuno.
Il gip del tribunale di Enna ha accolto le richieste di misure interdittive del pm per gli indagati, accusati di falso in atto pubblico commesso nella veste di pubblico ufficiale, tra i quali anche un assessore comunale in carica a Nicosia, Giuseppe Castello, 47 anni.
Dunque interdizione per un anno da qualunque attività o ufficio connesso alla scuola e all’insegnamento per i responsabili dell’istituto Giuseppe Castello, Rosa Catalano, 74 anni di Catania e per la preside dell’istituto Anna Sorriso Valvo, 70 anni.
Interdizione per due mesi per 4 docenti di Barrafranca (En), Roccella Valdemone (Me), Calascibetta (en) e Riesi (Cl) della scuola. Hanno ammesso le responsabilità, avanzando la richiesta di patteggiamento della pena due professoresse, anche loro indagate, per le quali non è stata emessa la misura di interdizione.
Un vero e proprio “diplomificio” che avrebbe permesso agli studenti di avere il titolo senza avere frequentato e sostenuto alcuna prova. Tutti gli atti sono stati trasmessi dalla Procura al ministero dell’Istruzione. L’inchiesta potrebbe travolgere le centinai di persone che hanno conseguito i diplomi. La scuola è attualmente chiusa.
Tutti diplomati nella scuola fantasma
Nella sede ennese e in quella catanese del parificato Aurora non si presentava mai nessuno. Tra gli indagati un assessore comunale