A ridosso delle festività i prezzi per un biglietto aereo per la Sicilia schizzano a dismisura. Solito cliché. Cifre da capogiro, che penalizzano soprattutto le categorie più deboli. Le piattaforme multimediali, l’E-commerce e i ticket on line hanno da tempo sostituito le biglietterie delle agenzie di viaggio. Gli utenti navigano con sempre più dimestichezza tra offerte e promozioni per bypassare gli algoritmi pilotati dal web che, attraverso geolocalizzazione e cookies, fanno lievitare i prezzi quando l’aereo è in via di riempimento. Chi può, riesce a pianificare con il giusto anticipo i viaggi trova tariffe convenienti.
Ma chi, per impegni di lavoro improvvisi o per spostamenti legati a cure mediche e ricoveri d’urgenza, è costretto a prenotare un viaggio con poco preavviso deve sottostare alle regole del mercato. La Sicilia da oltre vent’anni chiede la continuità territoriale, per usufruire di contributi economici e di tratte sociali che farebbero da calmiere ai prezzi sulle rotte principali. Bruxelles ha riconosciuto alla Sicilia lo status di insularità, grazie alla risoluzione di cui era relatrice l’eurodeputata catanese Michela Giuffrida. L’articolo 70 della finanziaria regionale 2018, recentemente introdotto con l’approvazione di un emendamento a prima firma Luca Sammartino, dà seguito alla decisione dell’Ue.
“La norma mira ad avviare un percorso perché – a titolo perequativo rispetto agli altri territori d’Europa – alla Sicilia sia riconosciuta la possibilità di istituire tratte marittime ed aree agevolate (la cosiddetta continuità territoriale)”. Adesso l’iter, sulla stessa traccia di quanto già avviato dalla Sardegna, prevede “la redazione e l’invio a Bruxelles di un apposito documento, corredato dei dati richiesti, perché il governo nazionale possa porre in essere gli atti formali per addivenire alla modifica dei trattati comunitari nel senso indicato”.
Intanto l’aeroporto di Catania cresce ancora, diventando il sesto scalo nazionale e il primo del Sud Italia con i suoi 9,5 milioni di passeggeri che a fine anno sfioreranno il numero record di 10 milioni. Fontanarossa movimenta voli per 101 destinazioni in Italia, in Europa, in Nordafrica e in Asia; l’ultima rotta aperta è con un volo bisettimanale da e per Tel Aviv, poi Dubai e Istanbul. Di queste 16 partono da Comiso. L’intero sistema integrato della Sicilia orientale ha un valore di produzione di 79,4 milioni di euro e un indicatore di redditività basato solo sulla sua gestione operativa che genera ricavi per quasi 27 milioni di euro.
Un’impresa totalmente pubblica, a differenza di Roma e Milano, il cui maggior azionista è la Camera di commercio del Sud Est che detiene il 61,2% delle quote e che negli anni avrebbe solleticato persino l’interesse del “sistema” e dei poteri forti, vicende che si intreccerebbero con la storia del fallimento della Wind Jet.
Secondo i dati forniti da Sac, solo nel ponte dell’Immacolata (7-10 dicembre) transiteranno da Fontanarossa 88 mila passeggeri in totale (+ 16%, nel 2017 erano stati 75.860) di questi 66.164 transiteranno per le rotte nazionali (+11,34%, nel 2017 59.426) i restanti 21.836 (+ 32,87, nel 2017 erano stati 16.434) voleranno verso destinazioni internazionali. Malta, Amsterdam, Istanbul, Parigi, Atene, Monaco restano le mete più richieste. Catania-Roma si conferma la tratta più trafficata d’Italia.
LO SPECIALE VIDEO. L’aereo oggi è diventato airbus, un mezzo che serve solo per spostarsi in cielo, un po’ come si usa la macchina o lo scooter in città. Si chiama mobilità diffusa. È cambiato il modo di viaggiare e i siciliani si sono dovuti adeguare. Ma che succede davvero? Dietro alle tariffe da capogiro i consumatori sono beffati solo dal perverso meccanismo di domanda e offerta o dietro c’è un sistema che favorisce i grandi player a discapito degli utenti locali? E poi c’è chi pensa che la Sicilia dovrebbe avere una propria compagnia di bandiera. Sono questi i temi al centro di uno speciale dal titolo “La Sicilia sa ancora volare?”. Sono intervenuti Nico Torrisi (Ad Sac Catania), Michela Giuffrida (europarlamentare Pd), Luigi Crispino (fondatore Air Sicilia e Wind Jet), Marco Romano (professore Economia Università di Catania) e Ivan Zinna (ex dipendente Wind Jet).
Dal caro-tariffe al caso Wind Jet
Luca Ciliberti. Prezzi alle stelle per un biglietto aereo sotto Natale, la Sicilia tenta sempre di ottenere la “continuità territoriale” e c'è chi sogna ancora una compagnia locale. Tutti i numeri. GUARDA LO SPECIALE