Il Catania non si ritrova

di Alberto Cigalini. Stentato pari senza reti a Lentini contro la Sicula, più in partita e pericolosa in diverse occasioni (foto Galtieri). Rossazzurri contratti, involuti e deficitari anche sul piano caratteriale

a.cig.) Un piccolo punto per un piccolo Catania. Tutto al minimo in questo periodo. Confusi e involuti, i rossazzurri confermano pure a Lentini grandi difficoltà nel venire fuori da un periodaccio che dura ormai da troppe giornate.
La vittoria in extremis contro il Francavilla non aveva ingannato nessuno. I problemi ci sono e rimangono all’ordine del giorno nella loro piena evidenza. Questo è un gruppo che proprio non si ritrova. Il ritorno alla difesa a quattro ha garantito maggiore copertura dietro – quinta gara delle ultime sei conclusa con la porta inviolata – ma oltre davvero non si va.
Contro una Leonzio che a sua volta vive una fase delicata e ha appena cambiato allenatore, gli etnei offrono una prestazione monocorde proponendo una manovra approssimativa, avviata male e proseguita peggio, priva di sbocchi sulle fasce e piena di appoggi banali o lanci lunghi senza costrutto.
Il progetto di gioco rimane a dir poco nebuloso, la squadra visibilmente contratta. Il deficit anche mentale è palese: i giocatori raramente assumono un’iniziativa, gestiscono male ogni principio di situazione scottante, non riescono ad adeguarsi al clima agonistico che caratterizza il 90% delle partite del girone C.
A nulla serve l’annunciata rotazione di Sottil. Stesso modulo, ma sei interpreti diversi rispetto alla gara col Francavilla: i laterali bassi (Calapai e Scaglia), un mediano (Bucolo) e tutta la trequarti (Brodic, Angiulli e Manneh). Per la seconda volta consecutiva Lodi va in panchina.
Torrente, al debutto, oppone al 4-2-3-1 etneo un 4-3-3 senza sorprese, nel quale Polverino rileva in porta lo squalificato Narciso, Aquilanti vince il ballottaggio con Ferrini al centro della difesa e Gammone gioca nel tridente con Ripa e Juanito Gomez.
Il primo tempo di marca rossazzurra è inguardabile. Errori tecnici, complice un manto erboso in condizioni precarie che ovviamente non aiuta neppure i padroni di casa, e carenza di idee si mescolano producendo 45 minuti di nulla.
La Sicula approccia meglio la gara e prova quanto meno a metterci un po’ di aggressività offrendo gli unici due spunti di cronaca: un guizzo di Gomez sulla destra, propiziato da un incomprensione in mediana degli etnei, sul quale Pisseri smanaccia prima del tocco di braccio di Gammone che ferma il gioco e un tentativo in acrobazia di Marano con palla a lato.
Il Catania? Non pervenuto. Per vedere il primo – e unico – tiro nello specchio della porta avversaria bisogna attendere 52 minuti, quando una botta di Angiulli dal limite viene mandata in angolo da Polverino.
In precedenza, però, i rossazzurri avevano rischiato grosso in apertura di ripresa, caratterizzata da una doppia occasione bianconera: Pisseri salva sul colpo di testa di Ripa su cross di Gomez e si ripete nel giro di una manciata di secondi distendendosi per dire no al sinistro dal limite di Gomez, uscito poco prima dell’ora di gioco per infortunio.
Il Catania ha una lieve e fugace impennata nella fase centrale del secondo tempo. Sottil, che ha già rimpiazzato Brodic con Barisic dopo l’intervallo, mette dentro prima Lodi e Rizzo e poi Ciancio e Curiale. Le conclusioni fuori bersaglio di Manneh, Barisic e Lodi (che si piazza basso nei due in mediana e qualche pallone più sensato lo gioca) testimoniano il tentativo di provare a combinare qualcosa, ma il tasso di pericolosità rimane basso e comunque insufficiente.
Punge di più la Leonzio, meglio calata nello spartito del match. Un tiro a lato del nuovo entrato Sainz Maza fa da preludio a un’altra occasionissima per lo spagnolo, propiziata da Pisseri, che rischia di fare il bis del patatrac di Bisceglie: rinvio di piede errato e palla regalata all’avversario che si fa respingere dal portiere la prima conclusione ravvicinata e poi strozza il secondo tentativo consentendo a Ciancio di allontanare nei pressi della linea.
Un altro sinistro di Sainz Maza allo scadere con palla sul fondo non di molto chiude la gara dando al pari di Lentini la dimensione – in ottica rossazzurra – del pericolo scampato. Ma altro non è che l’ennesima occasione persa e, ciò che è peggio, un ulteriore passo indietro.
SICULA LEONZIO-CATANIA 0-0
Sicula Leonzio (4-3-3): Polverino 6; De Rossi 6, Laezza 6.5, Aquilanti 6, Squillace 6.5; Marano 6.5, G. Esposito 6, D’Angelo 6.5; Gammone 6 (42′ st Russo sv), Ripa 6, Gomez 6.5 (10′ st Saint-Maza 6.5). In panchina: La Cagnina, Ferrini, Brunetti, Giunta, Talarico, Cozza, Palermo, De Felice, Vitale, Russo. Allenatore: Torrente 6.5
Catania (4-2-3-1): Pisseri 6; Calapai 5.5, Aya 6, Silvestri 6, Scaglia 5 (25′ st Ciancio 6); Biagianti 5.5 (17′ st Lodi 6), Bucolo 5 (17′ st Rizzo 5.5), Brodic 5 (1′ st Barisic 5), Angiulli 5.5 (26′ st Curiale 6), Manneh 6; Marotta 5. In panchina: Pulidori, Esposito, Lovric, Baraye, Mujkic, Vassallo. Allenatore: Sottil 5.
Arbitro: Vigile di Cosenza 6.
Note: spettatori 3.169. Ammoniti: Esposito, Rizzo. Angoli: 6-5. Recupero: 2′, 5′.
 
 

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