PALERMO – “A Palazzo Orleans c’erano riunioni di governo parallele rispetto alla stanza in cui si riuniva la giunta, con presenze significative degli apparati burocratici”. Claudio Fava, presidente della commissione regionale Antimafia, racconta i retroscena saltati fuori dall’audizione di Nicolò Marino, ex magistrato della Dda di Catania ed ex assessore della giunta Crocetta, nell’ambito dell’inchiesta sul ‘caso Montante’.
“È stata la più lunga riunione della commissione Antimafia di questa legislatura, è durata due ore e 40 minuti – dice Fava -. C’erano molte cose da dire, più si va avanti più si trovano porte da aprire. Emerge un sistema di potere parallelo ‘poco siciliano’, inserito su un livello nazionale. Montante era un segmento, aveva funzioni operative e di rapporto, ma non era il terminale. Erano in ballo forti interessi economici, c’è stata una stagione di potere parallelo attorno a Confindustria”.
Fava spiega che “Marino ha confermato questo contesto. Nessuno poteva non sapere cosa rappresentassero all’inizio della stagione del suo governo, Crocetta, Lumia e Montante, e quali forti interessi si reggessero attorno a questa cabina di regia. A iniziare dal sistema dei rifiuti, che è quello che ha portato allo scontro frontale con Marino. C’era una funzione di Crocetta, che era ‘consapevole esecutore’, c’era un raccordo con il mondo dell’impresa espressa da Montante e una funzione di ‘tenuta complessiva’ gestita da Lumia”.
Anche alla luce di audizione di oggi nei prossimi giorni la commissione chiederà di sentire l’allora dirigente Patrizia Monterosso e l’avvocato Antonio Fiumefreddo, ex presidente di Riscossione Sicilia.
“In Sicilia c’era un governo parallelo”
Sistema Montante. La commissione Antimafia ha ascoltato l'ex assessore regionale Marino. Fava: "A Palazzo Orleans le riunioni dell'esecutivo 'ombra'"