CATANIA – “Dopo la presentazione nel 2015 a Milano del master plan del nuovo corso dei Martiri, per un affare che qualcuno ha stimato attorno a circa 300 milioni di euro, di tale progetto fino a oggi non si è visto nulla o quasi”. E’ Alfio Lisi, portavoce di Free Green Sicilia, a riportare l’attenzione su una delle zone più martoriate nella storia di Catania.
“Ogni lavoro annunciato, per l’ennesima volta, si sarebbe fermato da mesi, quasi in coincidenza, ma è un caso, con sopravvenuti problemi giudiziari da parte dell’ex proprietario dell’immobiliare Istica e dunque di gran parte delle aree del corso dei Martiri (poi, sembrerebbe a seguito di notizie diffuse, passate a causa di consistenti debiti nei confronti di Unicredit nelle mani della stessa banca)”, dice Lisi.
“Ci sono appena tre lembi di suolo, solo in parte pavimentati, con alcuni alberi di contorno e una serie di sedili che dal loro inserimento versano in uno stato di degrado, e dunque inutilizzabili dai cittadini (peraltro sembrerebbe che i sedili installati non sarebbero conformi all’appalto)”, continua.
“Per tale aspetto abbiamo chiesto la massima trasparenza agli organi istituzionali competenti per togliere eventuali dubbi che potrebbero sorgere in merito alla legittimità della cessione delle aree in questione. Siamo di fronte all’infinita tragica commedia del sacco speculativo dell’antico San Berillo, iniziato negli anni 50 con la demolizione coatta dell’intero quartiere storico con la seguente violenta deportazione di migliaia di famiglie costretti, loro malgrado, a emigrare in un nuovo quartiere fuori dal perimetro della città storica e dunque senza alcuna identità sociale e urbanistica”.
Il progetto di riqualificazione del corso prevede “l’edificazione di palazzoni per uffici e negozi quando a Catania non vi è alcuna richiesta che possa giustificare ciò, anche in quanto già molti di questi restano vuoti e abbandonati per chiusura e la città è già stracolma di ripetitivi (e alcuni in crisi) centri commerciali che hanno condannato alla chiusura una infinità di negozi della città. Mentre a Catania c’è da sempre un’atavica fame di aree verdi attrezzate, di impianti sportivi liberi, di centri ambientali e culturali polivalenti , di anfiteatri estivi e invernali per spettacoli musicali e teatrali, di percorsi di educazione paesaggistica e botanica, scuole materne e asili nido, e così via che potrebbero trovare spazio all’interno dell’area di corso Martiri”.
Pertanto Free Green Sicilia chiede “ancora una volta che siano i cittadini, e non gli interessi milionari di alcuni, a decidere con un referendum popolare se trasformare corso dei Martiri in un ‘Central Park’ ( come tutte le grandi città degne di questo nome) con servizi e strutture eco-compatibili, o in un agglomerato di palazzoni di cemento senza bellezza e senza futuro di cui nessuno sente il bisogno”.
Corso dei Martiri, ma non c’era un piano?
Catania. Free Green Sicilia: "E' tutto fermo, a parte qualche sedile già nel degrado. E non è meglio creare un parco anziché palazzoni?"