CATANIA – Una testa mozzata di maiale travisata con una parrucca bionda e un paio di occhiali è stata trovata questa mattina al centro del campo dello stadio Angelo Massimino con un biglietto di insulti all’amministratore delegato della società Pietro Lo Monaco.
La scoperta è stata fatta dai giardinieri comunali che dovevano curare il fondo dell’impianto. Sul posto è intervenuta la Digos della Questura che ha sequestrato la testa mozzata di maiale e avviato le indagini. La polizia non si potrà avvalere delle del sistema di videosorveglianza dell’impianto che viene attivato soltanto prima, durante e dopo le gare. Sull’accaduto ha aperto un’inchiesta la procura di Catania.
LA NOTA DI LO MONACO. “Il rispetto delle indagini in corso – dice Lo Monaco in una nota ufficiale – e in generale del lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, nelle quali ripongo massima fiducia, esclude l’opportunità di un commento approfondito sul fatto. Vorrei però ribadire che la città di Catania e la passione sincera manifestata dai catanesi per la società Calcio Catania, sentimento sempre dimostrato con una corretta e costante partecipazione, non meritano di essere offuscati da questi gesti”.
LA LETTERA DI GHIRELLI. Il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, è intervenuto sulla vicenda con una lettera aperta: “Caro Pietro, non riuscendo a telefonarti, ti chiamerò più tardi, ti scrivo. L’atto ignobile di cui sei stato bersaglio , si qualifica da solo: un atto delinquenziale che mi auguro le forze dell’ordine preposte possano colpire, assicurando alle patrie galere chi lo abbia compiuto. So che tu sei forte e non arretrerai di un centimetro, anzi sarai ancora più combattivo. Io, la Lega Pro ti siamo vicini e pronti a schierarci con te. Dicci pure cosa possiamo fare più e meglio. Una parola ai delinquenti autori dell’ignobile e vigliacco gesto: Pietro ama il Catania, si spende per riportare il club lassù ove merita stare; voi non siete tifosi di una maglia tra le più gloriose del calcio italiano, voi siete feccia che rovina il lavoro serio, il tifo vero, l’amore forte. Caro Pietro, ti sono vicino con affetto e stima, Francesco”.