CATANIA – Sarebbe stata la gelosia il movente che stamattina ha armato la mano di Francesco Privitera, 58 anni, muratore, che stamattina ha ucciso con diversi colpi di pistola l’ex moglie, Rosaria ‘Sara’ Parisi, badante di 58 anni, vicino all’abitazione della donna a Giarre.
Sono subito intervenuti dei familiari della donna e non è chiaro se al quel punto l’uomo si è suicidato o se sia rimasto ferito durante una colluttazione nel tentativo di disarmarlo.
Privitera è stato soccorso da personale del 118 e trasferito in elicottero in gravi condizioni nell’ospedale Cannizzaro di Catania, dove è morto dopo essere stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta.
La coppia aveva due figli, un maschio che viveva a Londra e una femmina che stava con la madre a Giarre, ma la donna aveva un altro figlio da un precedente matrimonio.
Privitera aveva scoperto su Facebook che la vittima, con la quale si era separato da circa sei anni, aveva una nuova relazione con un altro uomo. Questa mattina l’ha aspettata vicino casa e quando Rosaria Parisi è uscita per andare al lavoro ha cominciato a inveire contro di lei, che ha tentato di allontanarsi. Ma lui l’ha inseguita e le ha esploso contro diversi colpi di pistola uccidendola.
“Se mi aspettavo una fine così drammatica? Purtroppo sì. Lui era caratterialmente chiuso e asociale. Non l’aveva mai picchiata, ma più volte l’aveva minacciata di morte”, dice l’avvocato Patrizia Pellegrino. Il legale ha assistito la donna durante la causa di separazione iniziata sei anni fa e ricorda ancora le minacce dell’uomo che costrinsero Sara Privitera a presentarsi a un’udienza “scortata dai carabinieri perché lui aveva minacciato di ucciderla là, davanti a tutti”.
Lo aveva anche detto a uno dei loro due figli maschi. La donna aveva una terza figlia, da un primo matrimonio, che vive a Londra. “Avevamo presentato una querela sulle minacce – aggiunge l’avvocato – ma era stata archiviata, ricondotta a liti tra coppie che si separano. Poi lei si era rivolta anche a un centro antiviolenza di Catania perché lui la seguiva e continuava a minacciarla, anche se non l’ha mai picchiata”.
Da ambienti giudiziari si apprende che la donna negli ultimi anni aveva sostenuto che i rapporti erano cambiati, che lui aveva modificato i suoi atteggiamenti e che sarebbe capitato di uscire insieme. Sul movente il legale è perplessa: “lei era una donna solare – spiega l’avvocato – piena di contatti e attiva anche su Facebook dove seguiva anche un gruppo di separati e divorziati: avrà scambiato qualche battuta per una relazione”.
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