ROMA – “Quello che per me è il format corretto l’ha sottoscritto il 97,20% che ha votato per me alle elezioni. Questa sarà la mia proposta: la Lega A a 20, la B a 20, Lega Pro a 60 con semi-professionismo. Poi ci sarà un confronto nel dare un giusto risarcimento – ove questo dovesse essere ritenuto congruo da parte del consiglio federale – eventualmente alla Lega Pro, ipotizzando una quinta promozione”. Così, in una lunga intervista rilasciata a Sky Sport, il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, sulla riforma dei campionati.
“Sono partito da una valutazione oggettiva: ci sono delle problematiche legate alla riduzione del numero delle squadre professionistiche. Io ho proposto qualcosa di diverso che è più collegato al principio della sostenibilità – spiega il numero 1 del calcio italiano -. Il mondo professionistico non può avere più di 40 squadre che sono le 20 di Serie A e le 20 di Serie B. Ho proposto al Governo ed è in atto una norma che riguarda la disciplina del semi-professionismo, che potrebbe riguardare non solo la Lega Pro, ma anche il calcio femminile, il basket, la pallavolo, il tennis ed è una proposta che guarda dritto negli occhi al futuro perchè non possiamo continuare a ipotizzare un mondo professionistico o uno dilettantistico che non abbia questi canoni”.
“La Lega Pro, come semi-professionismo – prosegue Gravina -, conserverebbe tutti i vincoli e i diritti derivanti dal professionismo, ma avrebbe dei vantaggi di natura fiscale legati al dilettantismo. Con un impegno: il 50% di questo vantaggio dovrebbe essere investito nelle infrastrutture, il 50% nei settori giovanili”.
Gravina parla anche del calcio femminile, era iniziato un percorso verso il professionismo, ma adesso si parla di semi-professionismo “perché è un problema di sostenibilità: il calcio femminile oggi è in grandissima ascesa e dobbiamo far sì che questo continui – spiega Gravina -. Il semi-professionismo garantirebbe comunque la tutela – soprattutto di natura previdenziale – per le ragazze e non dovremmo caricarle di oneri fiscali, soprattutto perché assolvono a una funzione sociale. E la ritengo una cattiveria che in questo momento non possiamo assolutamente permetterci”.
Una delle missioni della presidenza federale di Gravina è quella di eliminare casi Parma e altri ancora che si sono susseguiti negli anni. Proprio in questi giorni c’è stato il cambio di proprietà in casa Palermo, ma tra i tifosi c’è un po’ di apprensione per la scarsa trasparenza sull’identità dei nuovi proprietari. Nella lunga intervista rilasciata a Sky Sport, il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, affronta il discorso in generale senza soffermarsi sulla situazione del club rosanero.
“C’è la possibilità di rendere il nostro sistema credibile in un mondo economico. Oggi non è così, non è credibile sotto il profilo della gestione economica e quindi nel mondo economico non è ritenuto attendibile. Il 18 dicembre per la prima volta le licenze nazionali saranno pubblicate ufficialmente, quindi tutte le società avranno la possibilità di conoscere l’entità dei nuovi indicatori per far parte del nostro campionato – annuncia Gravina -. Questo significa maggiore severità, ma anche certezza sui tempi e lavorare perché ci sia certezza nell’applicazione dei criteri e delle norme. Alle società può sembrare una sorta di penalizzazione, ma non è così”.
“Noi abbiamo il dovere di assicurare il maggiore equilibrio alla competizione sportiva ed il rispetto della competizione sportiva – ha spiegato Gravina -. Quando si opera nel mondo economico si può il rischio anche di fallire, ma noi abbiamo il dovere di avvertirli prima. Se a tutti permettiamo di rinviare la soluzione del problema, creiamo due danni: quello all’imprenditore e al nostro mondo sportivo. Cosa si può fare sulle proprietà dubbie entrate nel mondo del calcio? Stiamo lavorando sull’istituzione del casellario di onorabilità che già esiste, ma lo vorremmo più ampio e che comprenda dei reati che possono comunque dare degli alert trasferiti nel mondo dello sport. Stiamo poi prevedendo una lettera di ‘patronage’ da parte dell’Istituto bancario che possa garantire qualità e soprattutto attendibilità dei nostri interlocutori”.