SIRACUSA – La Sea Watch dondola pigramente a poco più di un miglio dalle coste siracusane. La terra è a un passo. Ma nessuno scende. Nessuno sale. Il porto resta chiuso anche oggi per i 47 migranti salvati 8 giorni fa davanti alle coste libiche. “Non cambio idea”, tuona il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che anzi ipotizza di far salire agenti a bordo per raccogliere prove sul reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dell’equipaggio.
Per la procura di Siracusa non ci sono elementi per un intervento, visto che il comandante non ha chiesto aiuto. Intanto, la Cei offre la disponibilità di farsi carico dei 13 minori a bordo. La mattinata si apre con una manifestazione di solidarietà nella baia di Siracusa al grido: “fateli scendere”. Per il sindaco Francesco Italia la città “è pronta ad accogliere i migranti, continuo a ricevere chiamate di persone che intendono sostenerli”. Unhcr, Unicef e Oim esprimono “grave preoccupazione”.
In particolare per i 13 minori, “è d’obbligo attivare quanto prima misure di protezione adeguate”. Presenti a Siracusa anche i parlamentari Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) Stefania Prestigiacomo (Fi) e Riccardo Magi (+Europa), cui è stata impedita dalle autorità italiane la salita a bordo. E Silvio Berlusconi critica: “non vedo – dice – francamente cosa possa svilupparsi con la discesa di 47 migranti in situazione precaria su una nave di fronte alla presenza di oltre 600mila clandestini che sono ancora in Italia che si dovevano inviare al loro Paese”.
E il presidente del Pd, Matteo Orfini, parla di persone “sequestrate da ministri razzisti e disumani”. Sea Watch, da parte sua, continua a chiedere lo sbarco per i naufraghi “esausti”. I 47, fa sapere, “sono ammassati in un’unica stanza, unico luogo coperto non esposto alle intemperie, alle temperature rigide di questi giorni e alla perturbazione in corso”.
Ed emergono anche storie di giovani torturati in Libia e usati come schiavi. Dopo la richiesta di ieri della Procura di Catania di far scendere i minori, oggi arriva la disponibilità della Cei, attraverso la Caritas, a farsene carico. “Il dramma che si consuma davanti alle nostre coste non può lasciarci in silenzio”, dice mons. Stefano Russo. Ma Sea Watch non accetta la soluzione: “procedere con lo sbarco di solo una parte dei naufraghi – spiega la ong – risulterebbe traumatico per gli altri poi costretti a rimanere ancora a bordo”. Un elemento in più sul muro contro muro in atto lo fornisce il procuratore facente funzioni di Siracusa, Fabio Scavone.
Dalle nave, osserva, “non hanno risposto all’offerta di aiuto fornito dalla guardia costiera che voleva portare a bordo viveri e altri mezzi di sostentamento”. Né hanno dichiarato emergenze mediche, neutralizzando così qualsiasi possibile intervento esterno, anche della magistratura. Quanto ai minori, sottolinea il pm, è il comandante il responsabile della loro sicurezza. E se la nave dovesse ripartire, aggiunge, “bisognerà valutare se ha tutti i sistemi di sicurezza necessari per proseguire il viaggio senza creare problemi alle persone che ha soccorso”.
Tra le righe si legge così la possibilità di un blocco della nave, come avvenuto nei mesi scorsi per altre imbarcazioni umanitarie fermate dalla magistratura. Una soluzione che spaventa la ong ma che soddisferebbe Salvini, per il quale la Sea Watch 3 – ultima nave di soccorso civile rimasta nel Mediterraneo centrale – è una spina nel fianco. “Stiamo valutando nelle prossime ore – annuncia – il fatto che si possa salire a bordo per acquisire tutti gli elementi utili per indagare per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina le persone che aiutano nei fatti gli scafisti”.
Il ministro ribadisce che l’Italia non c’entra: “c’è una nave tedesca – fa notare – con bandiera olandese, con un equipaggio tedesco che è stato per giorni in acque libiche, tunisine e maltesi”. Ma anche da Amsterdam prendono le distanze. Per l’Olanda, non c’è alcun obbligo: “è compito del capitano trovare un porto sicuro nelle vicinanze per sbarcare i 47”. Salvini non ci sta. “Se il governo olandese non è in grado di controllare le navi che portano la bandiera del suo Paese – attacca – è un fatto molto grave: gliela ritiri subito!”.
Siracusa si mobilita per la Sea Watch: “Tutti i migranti devono sbarcare”
#Facciamoliscendere. Presidio di associazioni sulla costa aretusea: "Diamogli l'assistenza a cui hanno diritto". Ma Salvini è inflessibile: "Non cambio idea, porti chiusi"