PALERMO – Per il Comune di Palermo era ufficialmente “irreperibile” da quasi cinque anni, ma lui non lo sapeva. Antonio Bartolotta, detto Tony, 50 anni, ragioniere, per ora senza lavoro, però a differenza del protagonista del “Fu Mattia Pascal” non ha approfittato della paradossale situazione per fuggire e cambiare vita. Non si è lasciato influenzare dal testo di Luigi Pirandello e ha condotto una piccola lotta personale per il rilascio della nuova carta d’identità.
La storia, dai toni surreali, prende le mosse quando il cinquantenne chiede il rinnovo del documento ma l’impiegato comunale dietro lo sportello negli uffici dell’anagrafe gli risponde che per loro il suo nome non sarebbe presente negli elenchi dal 20 giugno del 2014.
Eppure, sbotta il disoccupato: “in tutti questi anni non ho avuto alcun sentore di questa assurda vicenda. Mi sono state periodicamente recapitate tutte le tasse da pagare. Con una puntualità notevole. Mi è stata anche spedita la tessera sanitaria”.
E dunque si è arrovellato cercando di trovare una spiegazione, è stato un caso di omonimia? Ma anche questa ipotesi è stata scartata. “Non credo – ribatte -. Ho chiesto anche l’indirizzo della persona ritenuta inesistente nella carta. Ed è quello mio. Da sempre abito lì. Ed è davvero curioso che si verifichi un caso del genere”.
L’inizio della vicenda risale a qualche giorno fa. Bartolotta si è accorto che la sua carta di identità era scaduta. “Sono andato negli uffici di circoscrizione più vicini alla mia abitazione – racconta -. Qui mi hanno detto che non mi potevano rilasciare la tessera nuova perché non risultavo essere più residente a Palermo. Dopo varie chiamate, incontri per lo più senza esito alcuno, sono andato negli uffici di viale Lazio. Pensavo che ci fosse un problema per accertare la residenza. Sono così andato con i testimoni allo sportello anagrafe. Lì la notizia della mia irreperibilità forse legata ad un codice che indicava la mia morte”.
Ma come è potuto accadere questo disguido? Secondo l’assessore comunale Gaspare Nicotri, con delega ai servizi demografici, “è doveroso da parte dell’amministrazione precisare che l’utente, irrintracciabile sin dal 2011 e negli anni successivi, è stato dichiarato ufficialmente irreperibile nel 2014, dopo le verifiche previste dalla legge. Egli quindi non è stato dichiarato deceduto, fatto per altro impossibile in assenza di un certificato di morte. Già ieri, accertata la situazione e per venire incontro alle attuali esigenze dell’utente che ha manifestato specifiche necessità familiari, è stato disposto che un funzionario dell’Anagrafe, vada presso il suo domicilio, per permettergli la reiscrizione all’Anagrafe del Comune”.
Intanto è slittato a novembre rispetto alle previsioni il rilascio della carta d’identità elettronica a causa, dicono al Comune, dei ritardi accumulati per l’allineamento dell’anagrafe comunale con quella nazionale della popolazione residente (Anpr) gestita dal ministero dell’Interno. “Nel corso delle verifiche era emerso che per alcuni nuclei familiari e cittadini (circa lo 0,7% del totale, 5mila persone) i dati non erano corretti al 100%. Ragion per cui si è stata necessaria una lunga operazione di bonifica dei database dell’anagrafe cittadina”.
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