SIRACUSA – Sono nove le persone coinvolte nell’operazione ‘Muddica’ (‘Mollica’) della polizia in corso Melilli, nel Siracusano, per reati contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e il patrimonio in merito a procedure di affidamento di lavori e servizi da parte di uffici pubblici.
Agli arresti domiciliari il sindaco di Melilli, Giuseppe Carta, e il suo ex vice ed ex assessore Sebastiano ‘Stefano’ Elia. Divieto di dimora a Melilli e Francofonte per il primo cittadino di Francofonte, Daniele Lentini. Coinvolti nelle indagini anche due dipendenti del Comune di Melilli e quattro imprenditori.
Carta e Lentini sono stati sospesi dalla carica dal prefetto di Siracusa Luigi Pizzi. Secondo l’accusa il sindaco di melilli ed Elia hanno gestito in modo “arbitrario e per il soddisfacimento di interessi particolari le procedure amministrative finalizzate all’affidamento a privati di servizi e lavori da parte degli uffici comunali”.
Indagati risultano Reginaldo Saraceno, 54 anni, e Giulia Cazzetta, 59, dipendenti del Comune di Melilli, sospesi dal pubblico impiego; Marilena Vecchio, 47 anni, imprenditore, rappresentante legale dell’impresa di trasporti Vecchio srl; Sebastiano Franchino, 40 anni, imprenditore; Giovanni Zuccalà, 81 anni, imprenditore, amministratore unico dell’impresa Zuccalà Travels srl; Franco Biondi, 59 anni, imprenditore, rappresentante legale della ditta Euroviaggi di Biondi Franco sas
Agli imprenditori è stata applicata la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale. Il gip avrebbe individuato nel sindaco Carta il “promotore e capo del consesso organizzato per sfruttare il potere connesso al suo ruolo politico e a quello di Elia, in modo da influenzare la scelta dei soggetti imprenditoriali selezionati come contraenti del Comune”.
Sempre secondo il gip avrebbe esercitato “pressioni sui dirigenti preposti alle procedure di selezione del contraente o di affidamento diretto affinché riducessero fittiziamente, attraverso la scomposizione in più affidamenti, l’importo degli appalti, in modo da eludere le procedure più rigorose previste dalla normativa vigente, invitassero alle selezioni ditte e imprese da loro indicate e, in caso di affidamento diretto, aggiudicassero l’appalto alla ditta da loro indicata”.
In alcune circostanze sarebbero stati accertati “accordi collusivi, con la complicità e il concorso necessario degli imprenditori privati, per indirizzare lo svolgimento delle procedure negoziali di scelta del contraente verso la conclusione desiderata dagli indagati”.
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