PALERMO – Dopo il pronunciamento di ieri da parte della Cassazione, sono stati definitivamente acquisiti al patrimonio dello Stato i beni di Diego Calì, 67 anni, di San Cataldo (Cl), che erano stati sequestrati dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Caltanissetta, su richiesta della Procura e confiscati con sentenza della Corte d’appello nel 2013.
Il valore complessivo ammonta a circa 2 milioni di euro. Confiscate una società di pompe funebri e una di commercio di articoli funerari; 3 ville; 6 appartamenti di cui 4 in corso di costruzione; 8 appezzamenti di terreno; 6 magazzini; 14 veicoli; un aereo da turismo; 6 conti correnti; 10 depositi a risparmio; un fondo comune di investimento. Il decreto di confisca è esteso anche ai familiari conviventi.
Su Calì sono stati svolti ulteriori accertamenti per l’applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno. Le indagini sono partite dopo l’operazione “Nuovo mandamento”, scaturita dall’omicidio del boss di San Cataldo Salvatore Calì, avvenuto il 27 dicembre 2008, e del tentato omicidio Stefano Giuseppe Mosca, il 27 novembre 2009, rispettivamente cugino e nipote di Diego Calì.
Il 28 dicembre 2009 furono eseguiti 11 arresti. Il 26 febbraio 2010 fu arrestato Diego Calì e nell’ambito dell’operazione il nucleo investigativo dei carabinieri trovò altre armi sotto un ponte, lungo la Statale 190, nascoste dal gruppo criminale.
San Cataldo: tornano allo Stato i beni del boss Calì
Tra il patrimonio confiscato, del valore di due milioni di euro, anche una società di pompe funebri