CATANIA – Dopo gli attacchi di Catania bene comune, che ha accusato l’amministrazione etnea di aver nominato quattro consulenti da pagare 60 mila euro all’anno in tempi di dissesto, “al fine di fare chiarezza su talune interpretazioni del provvedimento che riguarda i legali componenti il collegio di difesa”, il Comune precisa:
“1) Il Collegio esprime parere obbligatorio, a termini del regolamento adottato dal Consiglio comunale nel 2009, sui bandi e sui capitolati delle gare di appalto di lavori, forniture e servizi, ivi compresi i bandi-tipo e i capitolati-tipo relativi a qualunque procedura per la scelta di contraente privato per importi pari o superiori alla soglia comunitaria; gli atti relativi alle modalità di gestione dei servizi pubblici locali e le transazioni giudiziali di importo superiore 100.000 euro.
2) Rispetto alle ultime precedenti nomine, i compensi stabiliti sono decurtati del 30%, ridotti al valore di mille euro mensili di ogni singolo componente del collegio, a cui corrisponde una retribuzione annuale di molto inferiore ai minimi del tariffario professionale, anche per retribuire un solo parere.
3) Non si tratta di incarichi, ma della copertura di posti necessari al funzionamento di un organo comunale che l’attuale amministrazione ha assolto, ritardando di ben otto mesi le nomine di carattere eminentemente fiduciario e peraltro limitandole a soli quattro componenti, nonostante il limite sia fissato a cinque.
Qualora il Consiglio comunale modificherà in tutto o in parte il regolamento vigente, l’amministrazione si adeguerà prontamente, nel pieno rispetto del funzionamento degli organi comunali di cui il collegio di difesa attualmente è parte”.
Consulenti costosi, il Comune puntualizza
La replica dell'amministrazione catanese dopo l'attacco di Cbc