CATANIA – “Il sacrificio dell’ispettore Filippo Raciti ha costituito uno spartiacque cioè un prima e un dopo nella gestione dell’ordine pubblico non solo negli stadi, ma anche nel resto della sicurezza in generale”. Così ha esordito il questore di Catania Alberto Francini alla cerimonia di commemorazione in ricordo del poliziotto morto il 2 febbraio 2007 durante gli scontri con ultra etnei durante la partita Catania-Palermo allo stadio Angelo Massimino.
“Certo il cammino non è stato completato – ha aggiunto Francini – ma c’è stata una discontinuità perché è cambiato completamente il modo di concepire il calcio. Sono cambiate anche in parte le infrastrutture. Ovviamente abbiamo fatto una minima parte e speriamo che dopo 12 anni questo processo possa ancora confinare senza avere bisogno di nessun altro sacrificio”.
“I cori razziali? Fino ad oggi devo dire con mia grande amarezza che è cambiato pochissimo dalla morte di mio marito, la violenza continua da Nord a Sud negli stadi, ci sono ancora morti fuori dagli stadi e cori razzisti. Questo fa solamente male…”, ha detto Marisa Grasso, vedova dell’ispettore Filippo Raciti.
“Con i colleghi di mio marito – ha aggiunto – abbiamo rivissuto i momenti di quella sera. Io credo che questa giornata appartenga a Catania e debba essere dedicata alla memoria affinché diventi cultura e passi il messaggio di rispetto per la vita. Questo può rendere giustizia a a Filippo…”.
Nel 12esimo anniversario è arrivata anche la nota della società di calcio rossazzurra: “Oggi ricorre l’anniversario della tragica scomparsa dell’ispettore capo della Polizia di Stato Filippo Raciti, coraggioso difensore della legalità caduto il 2 febbraio 2007 nell’esercizio di un dovere interpretato come una missione. Il Calcio Catania ricorda il valoroso tutore dell’ordine e rivolge un affettuoso pensiero alla famiglia”.
Raciti, polemiche alla commemorazione
Catania: 12 anni fa la morte dell'ispettore allo stadio. Il questore: "Spartiacque nella lotta alla violenza". La vedova: "Non è cambiato niente". VIDEO