PALERMO – Torna a salire la fiducia dei siciliani nei confronti della Regione, e in particolare del presidente Nello Musumeci, dopo anni in cui era crollata ai minimi storici. Un’analisi condotta dall’istituto Demopolis sulla percezione dell’azione del governo regionale e sulle priorità dei siciliani per il 2019 fotografa il contesto sociale in cui si trova a operare la Giunta Musumeci.
Dal sondaggio emerge una radicata insoddisfazione per la qualità dei servizi pubblici sul territorio, bocciati dal 73% degli intervistati. E pesa la crisi che dal 2011 ha investito il Paese e il Mezzogiorno: il 45% riscontra un peggioramento, negli ultimi 5 anni, della propria situazione economica familiare.
Sono dati che confermano la pesante eredità ricevuta dal governo Musumeci e che hanno intaccato la fiducia dei siciliani nell’istituzione “Regione”, crollata nel 2017 al 12%, il valore più basso di sempre, ampiamente inferiore rispetto alla media nazionale rilevata dal Barometro Politico Demopolis.
Con una inversione del trend, la fiducia nella “Regione” dei siciliani risale oggi al 18%, con una crescita di 6 punti negli ultimi 12 mesi: un segno importante, sia pur in presenza di un valore che rimane ancora molto basso.
Differisce la valutazione dei cittadini sull’operato dell’amministrazione regionale: dopo circa 15 mesi dall’insediamento, le opinioni positive sull’azione complessiva del governo si attestano al 38%, con quasi un quinto degli intervistati che, per il momento, sospende il giudizio, dichiarando di ritenersi poco informato sull’attività dell’esecutivo regionale.
Decisamente più alta, al 43%, è la fiducia nei confronti del presidente Musumeci, con una tenuta non scontata dopo oltre un anno di governo, in un contesto “simbolico” di diffidenza complessiva. Quella dichiarata in Nello Musumeci da parte dei siciliani è una fiducia “personale”, radicata e in lieve aumento rispetto al giorno dell’elezione a Palazzo d’Orleans.
Particolarmente apprezzate sono state alcune recenti prese di posizione del presidente della Regione sullo stato delle infrastrutture e della viabilità nell’Isola contro Anas e Rete ferroviaria italiana o la denuncia sul dissesto idrogeologico.
Un altro dato significativo riguarda la notorietà tra i siciliani dei componenti del governo regionale, che – con alcune eccezioni – risulta nel complesso piuttosto bassa. Accanto al presidente, risultano conosciuti dalla maggioranza assoluta dei siciliani tre membri della Giunta: Gaetano Armao, Ruggero Razza e Roberto Lagalla. Gli altri assessori risultano più conosciuti nella propria area geografica di appartenenza.
“Sull’attività di governo – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento – incidono pesanti eredità, nella percezione dei siciliani: le responsabilità di Crocetta e delle precedenti amministrazioni regionali; la consapevolezza di un divario di sviluppo rispetto ad altre aree del Paese, sul quale poco hanno inciso le politiche nazionali e comunitarie. L’85% valuta negativamente le politiche di sviluppo del Sud attuate negli ultimi 10 anni dai governi nazionali: nelle convinzioni dei cittadini, il divario vero con il Centro Nord non è nel Pil, ma nella dotazione infrastrutturale della Sicilia e nella qualità dei servizi pubblici”.
L’indagine demoscopica è stata condotta dall’istituto Demopolis dal 18 al 24 febbraio 2019, per la presidenza della Regione Siciliana, su un campione stratificato di 2.008 intervistati, statisticamente rappresentativo dell’universo della popolazione maggiorenne residente in Sicilia.
“Non mi meraviglia il risultato dell’analisi demoscopica dell’Istituto Demopolis sul governo regionale e sulle percezioni dei cittadini – ha dichiarato Musumeci -. Se il 18% dei siciliani (il 50% in più dello scorso anno) ha fiducia nella Regione è per me un motivo di grande soddisfazione. Vuol dire che all’esterno si inizia a percepire un cambio di passo, con un’Istituzione, quindi, che trasmette una credibilità maggiore rispetto al passato”.
“Certo – prosegue il governatore – siamo ancora lontani dalla media nazionale del 38%, ma non poteva essere diversamente, viste le macerie ereditate. D’altronde, anche il dossier Eurostat sullo ‘stato di salute’ delle Regioni relativo al 2017, pubblicato in questi giorni, colloca la Sicilia inesorabilmente all’ultimo posto”.
“C’è, quindi, ancora moltissimo da fare e siamo consapevoli che la strada sia tutta in salita. Anche il giudizio positivo del 38% degli intervistati sul mio governo dimostra che, in questo primo scorcio di legislatura, non si è eroso il consenso raccolto nelle elezioni del 2017. Ma c’è di più: quasi un siciliano su 5, che non ha votato per me, oggi non esprime ancora un giudizio, in attesa di valutare al meglio il nostro operato”.
“Il primo anno – prosegue Musumeci – è servito per avviare la sistemazione della “macchina” Regione, senza la quale non è possibile dare risposte ai cinque milioni di siciliani. Già da quest’anno, quando si inizieranno a vedere i frutti del nostro lavoro, sono sicuro che il consenso intorno al mio governo inizierà a crescere. Il fatto, poi, che le priorità che i cittadini si aspettano vengano risolte nel 2019 coincidano con i punti programmatici del mio programma è un ulteriore elemento di soddisfazione”.
I siciliani si fidano di Musumeci
Sondaggio Demopolis: la valutazione sull'operato della Regione passa dal 12% al 18%. Il governatore apprezzato dal 43% degli intervistati