CATANIA – “No alla macelleria sociale, no alla pratica dei massimi ribassi”. Erano in centinaia stamattina alla manifestazione sindacale unitaria organizzata a Catania. Provenienti dal Sud Italia, i lavoratori della Sirti a rischio di licenziamento hanno sfilato da piazza Roma sino a Palazzo Minoriti, dove hanno chiesto al prefetto di farsi portavoce sul territorio regionale e nazionale, affinché vengano ritirati gli 833 esuberi (su 3.692 addetti) distribuiti in tutta la Penisola.
In Sicilia rischiano di rimanere senza occupazione 148 dipendenti a Belpasso e 152 a Carini. A questi si aggiungono i 96 di Catanzaro, ecco spiegata la presenza in corteo di lavoratori provenienti dalla Calabria.
I dipendenti delle tre sedi Sirti, azienda che si occupa di telecomunicazioni, sono stati ricevuti dal viceprefetto. “Abbiamo chiesto di riferire al governo la nostra indisponibilità ad accettare anche un solo licenziamento: parliamo di un settore che non è crisi ma, al contrario, pieno di lavoro – dicono i sindacati -. Non si può scaricare sui lavoratori il sistema degli appalti e subappalti sempre più al ribasso. È necessario che il governo intervenga, a partire dai gestori della telefonia, ponendo regole al sistema ed è altrettanto necessario che l’azienda apra la discussione. E per farlo, deve sospendere le procedure di licenziamento avviate il mese scorso”.
Domani si terrà al Mise il confronto col governo. I lavoratori mantengono lo stato di agitazione e il blocco per viaggi, trasferte e straordinario. Con quella di oggi di Sicilia e Calabria è partita la “settimana della lotta”, con manifestazioni interregionali in tutte le sedi per coprire a scacchiera il territorio nazionale, dice il sindacato.
Corteo Sirti a Catania: ‘No ai licenziamenti’
La protesta dei dipendenti di tre sedi: rischiano il posto 300 siciliani