PALERMO – “Il ministro Toninelli non può dire che è offensivo parlare di ponte sullo Stretto, non glielo consentiamo a casa nostra. Prende sempre più consistenza l’ipotesi di indire un referendum sul ponte tra i siciliani per capire se quest’opera, che non esclude la riqualificazione e il potenziamento della rete infrastrutturale dell’isola, sia realmente condivisa dal popolo siciliano oppure no”. Dal presidente regionale Nello Musumeci arriva in conferenza stampa un duro attacco al governo nazionale.
“Semmai – aggiunge – sono offensive l’indifferenza, l’ostilità, la superficialità con cui un esponente dello Stato pensa di liquidare un tema così complesso che appassiona e divide le coscienze del popolo siciliano”.
Il ministro risponde per le rime su Twitter: “Sono vicino ai siciliani, Musumeci compreso, e continuerò ad aiutare la Sicilia. Malgrado gli sproloqui del governatore, che danneggiano l’isola, la presenza del governo sortisce effetti contro la stasi, effetti sotto gli occhi di tutti. Le chiacchiere stanno a zero. Avanti così”.
Ma Musumeci incalza: “La Regione non ha ricevuto in termini di opere infrastrutturali neppure un euro da questo governo”, dice contestando alcune dichiarazioni di Toninelli, durante la sua due giorni nell’Isola. “Il governo Gentiloni, benché alla vigilia della sua uscita da Palazzo Chigi, ha erogato alla Sicilia quasi un miliardo di euro: 866 milioni per il raddoppio ferroviario della Palermo-Catania e 90 milioni per il ripristino della tratta Catania-Caltagirone-Gela dopo il crollo di un ponte nei pressi di Niscemi”.
E ancora: “Siamo seriamente preoccupati per la condotta di Toninelli, per certi aspetti simpatico, per altri mi sembra cascato dalle nuvole. E lo dico col proverbiale rispetto per i ruoli istituzionali che ho, ma anche la pazienza ha un limite. Il ministro è convinto che al governo della Regione ci sia gente incapace di intendere e volere: dal ministro vogliamo rispetto dei ruoli, del linguaggio e nello stile. Mia nonna direbbe ‘arriva ca tavula cunzata’ (arriva con la tavola imbandita ndr), e quando Toninelli arriva non si limita a prendere atto del lavoro della Regione, ma addirittura si consente il lusso di dare ultimatum”.
Musumeci invita quindi il ministro “a preoccuparsi di esercitare un controllo più efficace sull’Anas, invece di difenderla a spada tratta: quella stessa Anas che in Sicilia sulla Catania-Palermo ci ha fatto trovare al momento dell’insediamento 11 cantieri e quella stessa Anas che tiene nel portafoglio oltre 2 mld di euro della programmazione regionale, molti dei quali ingiustificatamente ancora non trovano investimento”.
“Si chieda il ministro – prosegue il presidente – perché è bloccata l’autostrada Ragusa-Catania ed entri in sintonia con la sua collega Barbara Lezzi che fino a qualche mese fa ostentava ottimismo inebriando l’attesa dei sindaci di quell’aria. Se ieri il ministro ha potuto partecipare alla cerimonia per l’inizio dei lavori raddoppio ferroviario lo deve all’azione incessante svolta quest’anno dal governo regionale”.
Musumeci è un fiume in piena: “Ci chiediamo che fine abbia fatto la promessa di Toninelli quando nel mese di novembre venendo in Sicilia ha denunciato lo stato da terzo mondo della viabilità provinciale chiedendoci di proclamare lo stato di calamità e di emergenza e anticipando la nomina di un commissario con poteri straordinari, dicendoci di indicare la proposta del commissario. La giunta dopo una settimana ha deliberato la richiesta dello stato di emergenza e ha indicato nel presidente della Regione il possibile commissario con poteri straordinari. Fino a oggi non si hanno notizie, mentre nei corridoi si discute sulla possibilità di trovare un accordo sul nome del commissario: siamo al mercato delle vacche grasse”.
Subito il Movimento 5 stelle all’Ars ha convocato una conferenza per rispondere: “A Palazzo d’Orleans c’è stato un festival della miserabilità – afferma il capogruppo Francesco Cappello -. Musumeci recita lo stesso copione di chi lo ha preceduto in un rapporto di ingratitudine verso lo Stato, in questo caso verso il ministro Toninelli. Ma evidentemente siccome siamo in campagna elettorale il presidente Musumeci pensa di sfoggiare le sue doti di bravura nell’insultare. Però alle Europee non ci mette la faccia, infatti ‘Diventerà Bellissima’ non ci sarà alle elezioni”.
Ancora più esplicito il vicepresidente dell’Ars Giancarlo Cancelleri: “Il presidente della Regione non ha neppure partecipato all’incontro con il presidente del Consiglio Conte, dovrebbe avere maggiore rispetto per le istituzioni. Abbiamo convocato questa conferenza stampa per ristabilire la verità, non siamo più disposti ad avere come presidente della Regione un galoppino della menzogna. Il presidente Musumeci dice che ci sono cantieri fermi da trent’anni? Lui è stato sottosegretario dei governi nazionali che non li hanno sbloccati, quei cantieri. Noi invece lo abbiamo fatto”.
Per quanto riguarda il referendum sul ponte, Cancelleri si chiede: “Cosa volete che dicano i siciliani? Non ci sono strade, secondo voi i cittadini vogliono il ponte o le strade? Il nostro non è un ‘no’ ideologico, noi diciamo che prima del ponte servono strade e ferrovie, solo dopo possiamo parlare del ponte”.
“Da Roma non un euro alla Sicilia”: Musumeci infuriato con Toninelli
Il governatore: "Ci offende, a casa nostra vogliamo rispetto. Per il ponte sullo Stretto penso a un referendum". Il ministro: "Continuerò ad aiutare l'Isola nonostante i suoi sproloqui"