LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – E’ entrata nel porto di Lampedusa scortata da motovedette della Gdf la nave italiana Mare Ionio del progetto Mediterranea, che ieri ha soccorso 48 migranti, tra cui 12 minori, davanti alle coste libiche. “La guardia di finanza sta procedendo al sequestro della nave. Nelle prossime ore potrebbero scattare gli interrogatori dell’equipaggio”, hanno rivelato fonti del Viminale.
Nello stesso momento la Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, a carico di ignoti.
Ieri Mediterranea aveva chiesto alle autorità italiane un “porto sicuro”, prima di fare rotta verso Lampedusa. Ma il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva opposto un no, perché “i porti erano e rimangono chiusi”.
Il comandante della Mare Jonio avrebbe quindi trasgredito all’ordine impartito dalla guardia di finanza. La guardia costiera successivamente avrebbe autorizzato un punto di fonda a circa un miglio e mezzo dalla costa. Ai finanzieri i volontari di Mediterranea hanno inoltre ribadito che non è stato dato seguito all’ordine di spegnere i motori in quanto la Mare Ionio si trovava nel pieno di una burrasca e, fermandosi, avrebbe messo a rischio la vita dei migranti e dell’equipaggio.
“Possono essere curati, vestiti, nutriti. Gli possiamo dare ogni genere di conforto ma in Italia con il mio permesso non mettono piede – ha ribadito Salvini -. Questa non è stata un’operazione di salvataggio. Questo è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. O c’è l’autorità giudiziaria, che prescinde da me, che riterrà che questo non sia stato un soccorso, perché mi sembra evidente in base agli elementi certi e ad altri che sono oggetto di approfondimento e indicano che c’è un’organizzazione che gestisce, aiuta e supporta il traffico di esseri umani, oppure il ministero dell’interno non indica nessun porto”.
Sul caso Mediterranea è intervenuto anche l’altro vice premier, Luigi Di Maio: “Spero che si possa eseguire un sequestro perché questa nave ha disobbedito alla guardia costiera libica e ha messo a rischio la vita di 49 persone attraversando il mare fino a Lampedusa. Se le navi delle Ong non rispettano le regole bisogna fermarle perché mettono anche a rischio la vita dei migranti”.
Per il premier Giuseppe Conte “sono stati evocati interessi fondamentali della persona ma in tutti i casi emergenziali, anche quelli più drammatici e che hanno avuto gli onori delle cronache, noi abbiamo sempre tutelato i diritti fondamentali delle persone, siamo sempre tempestivamente intervenuti per assicurare assistenza. Anche a uno dei migranti della nave Jonio è stata data assistenza”.
“La nave Mare Ionio è italiana e il nostro porto è aperto e pronto ad accoglierla. I migranti salvati in mare vanno fatti sbarcare, curati e rifocillati”, ha detto il sindaco di Lampedusa Totò Martello. “La nave Mare Jonio ha bandiera italiana e non si può tenere questa imbarcazione fuori da un porto italiano. Questo è il primo punto. Poi si pone un problema di sbarco di migranti. Qui deve intervenire la capitaneria di porto che deve salire a bordo e valutare. Mi chiedo però perché il 6 e 7 marzo scorsi sono entrate in porto due barche senza bandiera, non italiane, e i migranti sono stati prelevati e accompagnati dai carabinieri nel centro di accoglienza”.
Nave ong entra nel porto di Lampedusa: guardia di finanza la sequestra
La Mare Ionio ha soccorso 49 migranti al largo delle coste libiche