CATANIA – Cambia la forma di protesta dei lavori precari del Teatro Massimo Bellini che questa mattina hanno voluto manifestare in maniera eclatante il loro fermo dissenso per la politica della Regione Siciliana per la gestione, o meglio non gestione, dei teatri siciliani. In particolare viene contestato il taglio da 1,8 milioni di euro per il fabbisogno 2019 del Teatro Massimo Bellini, taglio che nel 2020 si aggraverà dato che non è previsto neanche un euro, e la mancata stabilizzazione degli storici lavoratori precari.
“La stabilizzazione dei precari del Bellini è un problema grossissimo”, afferma il segretario regionale del sindacato Snalv, Confsal, Antonio Santonocito che appoggia i lavoratori nella protesta.
“Più volte è stato annunciato il superamento di questo problema, più volte abbiamo festeggiato, più volte sulla stampa ci sono state notizie positive in merito, ma ad oggi non è successo niente. Lo scorso novembre abbiamo avuto una riunione al Teatro Bellini con il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore regionale Sandro Pappalardo durante la quale si è annunciata la stabilizzazione già dall’indomani, ma ancora una volta non è successo niente. C’è stata poi una riunione alla quinta Commissione regionale durante la quale sono stati ribaditi gli stessi concetti, ma, di nuovo, non è cambiato nulla. Anzi, – continua il segretario regionale Santonocito – i lavoratori hanno anche subito la beffa di vedere ulteriormente ridotte le ore di lavoro”.
Nonostante tutto questo, poiché lo scopo dei lavoratori è quello di avere finalmente riconosciuto il proprio diritto all’assunzione a tempo pieno e non provocare inutili blocchi al funzionamento del Teatro che tanto amano e tanto difendono, a seguito della telefonata odierna da parte dell’assessore Pappalardo hanno deciso di trasformare la protesta da occupazione ad assemblea permanente.
“Pappalardo ha detto che sta dando dei poteri al Commissario ad acta per fare una variazione di bilancio e assumere questi lavoratori a tempo pieno per tutto il 2019. Non è la soluzione definitiva, ma abbiamo deciso di dargli una possibilità di credito. Aspettiamo i fatti entro un paio di giorni, perché capiamo che ci sono delle procedure burocratiche, dopo di che, se constateremo che si tratta soltanto dell’ennesima presa in giro, decideremo con i lavoratori cosa fare”, dichiara Antonio Santonocito.
L’intensa mattina ha portato poi anche a una riunione con il soprintendente del Teatro, Grosso, dalla quale è però emersa la convinzione, da parte del soprintendente, di tempi burocratici molto più lunghi di quelli prospettati dall’assessore. “La domanda sorge spontanea – conclude Santonocito – l’assessore regionale ci ha preso in giro ancora una volta? Non glielo permetteremo”.
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