PALERMO – Il suo pianto al termine della finale di Coppa Italia persa con l’Inter all’Olimpico il 29 maggio del 2011 aveva lasciato il segno nel cuore e nella testa dei tifosi del Palermo.
Gli stessi tifosi che, otto anni dopo, chiedono a Delio Rossi di aggiungere un’altra perla alle imprese realizzate nei 20 mesi della sua precedente esperienza in rosanero (record di punti in serie A, una qualificazione in Champions sfumata e due partecipazione in Europa League) regalando loro la promozione nel massimo campionato. “Se avessi ragionato razionalmente avrei dovuto rifiutare, ma al Palermo non posso dire di no, ho un debito di riconoscenza verso questo ambiente”, ha rivelato Rossi nel giorno del suo ritorno ufficiale alla guida dei rosanero.
Dopo avere firmato in mattinata il contratto che lo lega al club fino al 30 giugno (“senza alcuna promessa per il futuro”) e dopo avere diretto al Tenente Onorato di Boccadifalco il primo allenamento della squadra, si è presentato in sala stampa con al fianco il presidente, Rino Foschi. “In questo momento ho bisogno più di uomini che di giocatori – ha aggiunto il tecnico del Palermo – non posso stravolgere nulla, non c’è il tempo. A quattro giornate dalla fine puoi provare a dare serenità e fiducia o puoi provare a dare qualche dritta ai ragazzi attingendo all’esperienza di tanti anni nel calcio. Altro non posso fare, non sono mica mago Merlino”.
“Il primo pensiero? Il primo pensiero va al collega (Roberto Stellone, ndr): è sempre brutto subentrare ad un allenatore che non ha fatto male. Se il Palermo ha la possibilità di giocarsi la promozione diretta, il merito è anche suo”.
Il ritorno a Palermo rappresenta per Delio Rossi anche il ritorno ad allenare in Italia a 3 anni e mezzo di distanza dalla sua ultima esperienza sulla panchina del Bologna. Quello stesso Bologna che qualche mese prima aveva rilevato a 3 giornate dal termine del campionato. “Non penso che ci siano analogie con quell’avventura – ha spiegato Rossi – a Bologna venivano da una retrocessione e pensavano di stravincere il campionato. C’erano giocatori diversi e società diversa”.
Si parla di società ed inevitabilmente si pensa alle trattative per la cessione del club con il gruppo Arkus Network che sarebbe adesso in vantaggio su York Capital. “Io di queste cose non ne parlo, anzi sentendo tutti questi discorsi penso che debba isolare ancor di più la squadra, anche perché non voglio dare alibi a nessuno”.
La prima tappa di un percorso che tutti sperano siano solo di quattro tappe (in maniera tale da conquistare la promozione diretta evitando i play off) sarà sabato a Livorno. L’obiettivo è rimanere in scia del Lecce. “Io non guardo al Lecce, ma solo alla gara con il Livorno”.
Foschi, seduto accanto al tecnico, annuisce e spiega perché ha deciso di cambiare tutto a 360 minuti dal termine del campionato con la squadra ancora in corsa per la promozione diretta. “Ho sempre ritenuto una sconfitta cambiare allenatore – ha detto il presidente del Palermo – cambiare allenatore a fine campionato è come un mezzo fallimento, ma lo spettro del recente passato (dello scorso campionato, ndr) mi hanno fatto prendere questa decisione di cui mi assumo la totale responsabilità”.