CATANIA – “Tagli per 1,8 milioni di euro: quest’anno il Teatro Massimo Bellini non riuscirà a completare la programmazione istituzionale lirica-concertistica. E, senza un apposito finanziamento, non potrà neanche realizzare un’adeguata stagione estiva e utilizzare, come l’anno scorso, il teatro greco romano di Catania. La Regione riorganizzi pure i teatri siciliani ma prima di tutto li salvi. E soprattutto salvi il Bellini che potrà così contribuire, con un mirato progetto, al salvataggio della città di Catania”.
È l’appello-denuncia che la Cisl con la federazione di categoria Fistel Cisl lanciano alla Regione Siciliana, al presidente Musumeci e alla deputazione catanese.
“La crisi del Teatro Vincenzo Bellini di Catania parte da molto lontano – affermano Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea, e Antonio D’Amico, segretario regionale della Fistel Cisl – cioè da quando la politica ha imposto a tutti i teatri siciliani una serie di tagli ai fondi, sistematica e apparentemente lineare. Ma il teatro catanese ha avuto la peggio perché usufruisce esclusivamente del contributo regionale”.
“Attualmente – spiegano – il Bellini di Catania è finanziato al di sotto delle spese di sostentamento della struttura e del personale, senza parlare poi dello storico problema dei precari. Paradossalmente, spesso in inverno all’interno del teatro si lavora senza riscaldamenti e, in caso di forti temporali, si rischia di rimanere senza luce, perché manca la manutenzione degli impianti che dovrebbe fare il Comune”.
“Eppure – aggiungono Attanasio e D’Amico – l’attività del Bellini potrebbe rientrare a pieno titolo in quelle azioni virtuose che consentirebbero al movimento culturale catanese di contribuire, come si fa in altre province italiane, a risollevare l’economia del territorio etneo e, soprattutto, della città di Catania alle prese con le pesanti conseguenze del dissesto finanziario comunale”.
“Purtroppo – lamentano i due dirigenti della Cisl – se analizziamo i finanziamenti regionali in materia di sviluppo turistico, si resta quantomeno perplessi sul fatto che la Regione Siciliana preferisca finanziare le episodiche iniziative di alcuni privati, anziché puntare sulle istituzioni regionali come il Teatro Massimo Bellini”.
Secondo Attanasio e D’Amico, “estremamente penalizzante è che, nella città che dette i natali al “Cigno”, sia assente la voce “Festival Belliniano”, al pari di come avviene, ad esempio, per i vari Puccinifestival, Rossinioperafestival, Arenaoperafestival, Verdi festival. Eventi-brand che vengono finanziati dallo Stato e dalle Regioni con milioni di euro e che coinvolgono tour operator internazionali, associazioni datoriali, come Confindustria, Confcommercio e altri, ma senza per questo delegare o svendere a occasionali privati quello che è, invece, un patrimonio pubblico”.
“Come non si può prescindere, sempre ai fini di un apporto allo sviluppo del turismo culturale – continuano – dal programmare e realizzare una adeguata stagione estiva del Bellini che, però, senza un apposito finanziamento, deve fare i conti con l’impossibilità di utilizzare i grandi teatri di pietra, come il Teatro Greco Romano di Catania, il Teatro Greco di Siracusa, I’Anfiteatro di Taormina”.
“Il Teatro Bellini, come qualsiasi altro ente o fondazione lirica – sottolineano Attanasio e D’Amico – se non supportato economicamente, non è in grado di sostenere da solo i costi relativi allo spostamento di scene, di attrezzature, personale e di tutto ciò che è necessario per la messa in scena dignitosa di uno spettacolo. La Regione Siciliana, di contro, finanzia privati per i “grandi eventi” relegando a classi molto inferiori il “gioiello” catanese”.
“Ci rivolgiamo dunque al presidente della Regione, Nello Musumeci – concludono Attanasio e D’Amico – che da presidente della Provincia seppe contribuire al settore culturale catanese dandone lustro, la Cisl è pronta a un confronto costruttivo e propositivo. I temi non mancano: il teatro per i giovani, per le scuole e per le università e molto altro, un ‘brand’ intersecato in un circuito non solo culturale ma anche eno-gastronomico che abbia come ‘fil rouge’ Vincenzo Bellini e Catania. Siamo anche coscienti che una riorganizzazione dei teatri è di primaria importanza ma prima di tutto salviamo i teatri, salviamo il Bellini, salviamo la cultura, coltiviamo la speranza e salviamo Catania”.
“La Regione salvi il teatro Bellini”
Catania. Appello dei sindacati: "Con tagli per 1,8 milioni di euro a rischio la fine della programmazione e la stagione estiva"