PALERMO – Prima Claudio fava, poi Nello Musumeci. Il presidente della commissione regionale antimafia e il governatore siciliano hanno annunciato la loro assenza alla commemorazione di Giovanni Falcone.
“Domani non andrò a ricordare il giudice nell’aula bunker di Palermo – dice Fava -. Preferisco andare a Capaci, nel luogo in cui tutto accadde, preferisco stare assieme a chi non ama le messe cantate sui morti. Hanno trasformato il ricordo del giudice Falcone nel festino di Santa Rosalia. Al posto dei vescovi e dei turibolanti che spargono incenso, domani ci saranno i ministri romani, gli unici che avranno titolo per parlare (con la loro brava diretta televisiva) e per spiegarci come si combatte Cosa nostra. Cioè verranno loro, da Roma, per spiegarlo a noi siciliani, a chi da mezzo secolo si scortica l’anima e si piaga le ginocchia nel tentativo di liberarsi dalle mafie”.
Fava dunque si recherà alla casina No Mafia, sopra il luogo della strage di Capaci da dove sarebbe stato premuto il telecomando che ha provocato l’esplosione del tritolo, alla contro manifestazione organizzata da Arci e Anpi.
“La scaletta degli interventi – aggiunge Fava – è stata elaborata dai collaboratori del ministro dell’Istruzione, che finanzia il festino, dunque viene e parla assieme ai suoi colleghi di governo: gli altri in sala ad applaudire, come si fa a scuola col direttore. Una cerimonia patriottica grottesca! Il mio problema non è che invitino Salvini. Il mio problema è che chiedano a lui di dire e a noi di ascoltare. Fossi io la sorella di Giovanni Falcone avrei chiesto a Salvini di venire e di tacere. Di ascoltare e di prendere appunti. Di avere l’umiltà, per un giorno, un solo giorno, di capire che nella vita ci sono cose più grandi delle campagne elettorali e delle dirette televisive”.
Qualche ora dopo è arrivato il messaggio di Musumeci: “Domani dolorosamente non andrò nell’aula bunker per la prima volta. Mi dispiace per la signora Falcone. Le polemiche sono tante, c’è troppo veleno, c’è troppo odio e tutto questo non suona al rispetto della memoria del giudice Falcone e dei poveri agenti della scorta”.
Musumeci ha spiegato la sua scelta in un’intervista televisiva: “Passo per essere un presidente sobrio, di basso profilo sul piano del protagonismo e della esposizione sui mass media. Domani andrò nella caserma Lungaro per assistere alla deposizione della corona di alloro da parte del capo della polizia e poi torno nel mio ufficio a lavorare per tentare di tirare fuori i ragazzi dal condizionamento che subiscono ogni giorno da parte della criminalità organizzata, che si nutre e si alimenta della disperazione dei giovani”.
Per Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia il 23 maggio 1992 e presidente della Fondazione Falcone, “l’anniversario della strage di Capaci simboleggia l’unità della nazione nella lotta alle mafie e nella difesa della democrazia, della libertà e della legalità. Il mio augurio è che nessuna polemica sporchi le celebrazioni in ricordo delle stragi di Capaci e Via D’Amelio. È fondamentale che quel giorno, come accade da 26 anni, le istituzioni confermino con la loro presenza l’impegno dello Stato a portare avanti gli ideali a cui Giovanni Falcone ha dedicato la sua vita fino all’estremo sacrificio”.
Falcone: Fava e Musumeci disertano
Il presidente antimafia: "Hanno trasformato la commemorazione in un festino grottesco". Il governatore: "Troppi veleni"