Ed ecco che riapre la terrazza Ulisse di Catania, luogo storico di aggregazione per gli autonomisti del Mpa che ieri si sono riuniti per sostenere la campagna elettorale di Saverio Romano, un “democristiano della prima ora, nel cuore e nella mente” come ama ripetere lui, oggi candidato nella lista di Forza Italia alle europee. Un nuovo ulteriore passo in divenire per la costruzione di un spazio rappresentativo per i moderati che non si riconoscono nei sovranismi e nei partiti progressisti italiani.
Nell’ultima settimana prima del voto per le europee i candidati serrano le fila e stringono accordi elettorali per blindare pacchetti di voti utili alla corsa personale verso l’Europarlamento. Servono preferenze, l’elettore dovrà scrivere il nome del proprio candidato nella scheda elettorale, a differenza delle politiche non esistono le liste blindate e il sistema proporzionale puro non garantisce certezze a nessuno. Berlusconi capolista nella Isole costringe il partito regionale a lavorare per garantirgli la prima posizione a voto ultimato, un ordine di scuderia difficile da far rispettare tra quote rosa e corretta compilazione della scheda.
Il partito ufficialmente stringe su Giuseppe Milazzo, capogruppo all’Ars e uomo vicino a Gianfranco Micciché, ma la rottura con l’ala catanese ha lasciato un vuoto tra gli elettori di Forza Italia che cercano punti di riferimento, guardando in ordine sparso anche le proposte di Lega e Fratelli d’Italia.
E qui entra in gioco il mondo degli autonomisti che ha scelto il progetto di un’area comune che, all’indomani del voto europeo, potrebbe aprire nuovi scenari al centro. Una presa di posizione che sembra basarsi su due principi: da un lato il debito di riconoscenza a Silvio Berlusconi, che anche in periodo di vacche grasse ha sempre riconosciuto al Mpa e alla Lega una forte rappresentanza nel territorio, dall’altro la voglia di trovare un contenitore nuovo dove riversare politica, passione, esperienze e cultura di governo oggi che l’intuizione autonomista di Raffaele Lombardo è moderna ed attuale.
“La politica si fa con la testa” ha ribadito dal palco il leader indiscusso del Mpa, al termine di una lunga serie di interventi (Antonio Scavone, Giuseppe Lombardo, Saverio Romano e Pippo Compagnone) dove gli autonomisti ci hanno messo la faccia e la promessa d’impegno, davanti a una affollata platea di oltre mille partecipanti, tra questi anche sindaci e amministratori locali.
Ed è proprio la testa che non ha funzionato in quello che alla vigilia delle elezioni europee era un accordo già fatto con Fratelli d’Italia, prima di una rottura netta a pochi giorni dalla presentazione delle liste che ha vanificato giorni di incontri romani tra Giorgia Meloni e il senatore Raffaele Stancanelli con il capogruppo all’Ars Roberto Di Mauro e con l’assessore regionale Antonio Scavone. La mancanza di spazio per la parola “autonomia” sul simbolo di FdI e la candidatura dello stesso Stancanelli, che di fatto ha ridotto gli spazi per gli altri aspiranti europarlamentari, sembrano essere diventati ostacoli insormontabili per un cammino comune dove, alla fine, la separazione è apparsa consensuale e senza traumi.
La macchina elettorale degli autonomisti in Sicilia è forte e rodata, lo ribadiscono i numeri di ogni elezione. Saverio Romano rafforza così la sua posizione negli equilibri interni della lista, dove nessuno può spingersi un voto in più rispetto Berlusconi.
Twitter: @LucaCiliberti
Luca Ciliberti
Lombardo vota Romano e Forza Italia. C’è Raffaele, si riempie terrazza Ulisse
L.Cil. Catania: dal quasi accordo con Fratelli d'Italia al patto dei moderati con Berlusconi, gli autonomisti in campo per le europee