Il dissesto a Catania rischia di bloccare una serie di servizi essenziali per la cittadinanza. A tal proposito, il consorzio Solco si rivolge alla stampa, lamentando la preoccupante situazione economica di Palazzo degli Elefanti.
“Abbiamo appreso nelle scorse ore la notizia della sospensione di alcuni servizi di assistenza nel Comune di Catania, una scelta dettata dal terremoto finanziario che ha colpito in capoluogo etneo e che mette in ginocchio oltre 1000 famiglie, operatori sociali e tantissimi lavoratori rischiano di perdere il proprio posto di lavoro. La Rete Sol.Co, in particolar modo attraverso i suoi soci catanesi, resta colpita dall’accaduto ed esprime viva preoccupazione per le conseguenze che questa inevitabile scelta può determinare e grande solidarietà per gli operatori sociali direttamente coinvolti.
Abbiamo appreso nelle scorse ore la notizia della sospensione dei servizi di ricovero anziani e disabili psichici nelle case di riposo, nelle case protette e nelle comunità alloggio di Catania, nonché dei servizi di trasporto e di assistenza alla comunicazione per i ragazzi con disabilità che frequentano gli istituti riabilitativi e le scuole. È l’esito del dissesto finanziario che ha colpito negli scorsi mesi la città. Un epilogo purtroppo prevedibile che, nonostante gli sforzi dell’Amministrazione, mette in ginocchio un comparto e lascia prive di assistenza persone fragili, quasi 1000, e le loro famiglie. Una valanga che potrebbe propagarsi oltre e che purtroppo non riguarda soltanto il Comune di Catania, ma rischia di travolgere altre amministrazioni siciliane.
La Rete Sol.Co, in particolar modo attraverso i suoi soci catanesi, resta colpita dall’accaduto ed esprime viva preoccupazione per le conseguenze che questa inevitabile scelta può determinare e grande solidarietà per gli operatori sociali direttamente coinvolti. Un comparto estremamente fragile quello di servizi alla persona, che rischia di subire un contraccolpo ulteriore, stavolta senza possibilità di ripresa. Il danno per le famiglie prive di assistenza e per i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro e che hanno già sopportato ritardi insostenibili nei pagamenti è difficile da quantificare.
La certezza è che questo sistema sociale e produttivo, quello che si prende cura delle persone, specie le più fragili, non può e non deve essere trattata come una “qualsiasi voce di spesa”, il rischio è la quantificazione del valore della persona e questo, da cooperatori sociali, non possiamo accettarlo”.