PALERMO – Non ci sta Rosa Maria Dell’Aria, 63 anni, docente da 40, che fra un anno andrà in pensione, a passare come una “sovversiva antiSalvini”. “Quanto accaduto lo considero la più grande amarezza e la più grande ferita della mia vita professionale e naturalmente non parlo del danno economico legato ai giorni di sospensione ma al danno morale e professionale dopo una intera vita dedicata alla scuola e ai ragazzi” dice amareggiata.
La prof insegna italiano e storia nell’istituto industriale Vittorio Emanuele, a Palermo, ed è stata sospesa, da sabato scorso, per due settimane dall’ufficio scolastico provinciale perché non avrebbe vigilato sul lavoro dei suoi studenti che nella Giornata della memoria avevano presentato una videoproiezione nella quale si accostava la promulgazione delle leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Un paragone definito “demenziale” dallo stesso vice premier, mentre il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha chiesto ai propri uffici un “approfondimento” della vicenda con l’ufficio provinciale che ha assunto il provvedimento. La sospensione con stipendio dimezzato, è stata attuata al termine di una ispezione cominciata dopo una serie di post sui social. Tutto sarebbe nato dopo che un attivista di Destra aveva lanciato un tweet indirizzato al ministro: “Salvini-Conte-Di Maio? Come il reich di Hitler, peggio dei nazisti. Succede all’Iti Vittorio Emanuele III di Palermo, dove una prof per la Giornata della Memoria ha obbligato dei quattordicenni a dire che Salvini è come Hitler perché stermina i migranti. Al Miur hanno qualcosa da dire?”.
Il giorno dopo la sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni scrive su Facebook: “Se è accaduto realmente andrebbe cacciato con ignominia un prof del genere e interdetto a vita dall’insegnamento. Già avvisato chi di dovere”. “Quel lavoro – dice la prof – non aveva alcuna finalità politica né tendeva a indottrinare gli studenti che da sempre hanno lavorato in modo libero, come essi stessi hanno dichiarato anche agli ispettori arrivati in istituto a fine gennaio. Ho soltanto proposto un lavoro sulla base di una serie di letture fatte sia nel corso dell’estate e poi anche il 3 settembre in occasione della Giornata del migrante”.
Gli studenti si schierano con la prof. Dice G., 16 anni: “Siamo tutti profondamente dispiaciuti per quanto accaduto e solidali con la nostra insegnante. Nessuno di noi era stato obbligato a partecipare a quel progetto, le immagini inserite nel lavoro in power point non sono state scelte dalla professoressa che ci ha dato solo una mano nella sistemazione del testo sotto il profilo linguistico. Siamo stati noi stessi a notare che in alcune parti il decreto sicurezza lede diritti fondamentali”.
Il professore Pietro Corica, uno dei due vice presidi dell’istituto spiega: “Si trattava della presentazione di un progetto, un evento interno alla scuola, nessuna presenza esterna, ed erano coinvolte tre o quattro classi. E’ possibile, ma non posso esserne certo che tutto nasca dal fatto che quel lavoro non era stato controllato preventivamente, ma francamente il provvedimento mi pare eccessivo”. Tante sono le prese di posizione a favore della prof soprattutto da sindacati e esponenti del centrosinistra che parlano di “censura di stato”, “abuso di potere” o di “macchina della paura”. Mentre il sindaco Leoluca Orlando bolla come “immotivato” il provvedimento manifestando tutta la solidarietà della giunta alla prof e la “condivisione” con le critiche espresse dagli studenti al decreto Salvini.
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